Sviluppare un modello digitale che consenta di anticipare i tempi e prepararsi con adeguatezza ai cambiamenti climatici, è questo lo scopo dello studio commissionato da Water Alliance – Acque di Lombardia (una rete di imprese composta da Acque Bresciane, Alfa Varese, BrianzAcque, Como Acqua, Gruppo CAP, Gruppo TEA, Lario Reti Holding, MM, Padania Acque, Pavia Acque, SAL, Secam e Uniacque) al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano.
Uno strumento decisionale per gli investimenti
Tale modello è stato presentato il 3 giugno a responsabili e tecnici di tutte le 13 aziende di Water Alliance. Grazie al lavoro condotto dai gruppi di lavoro dei professori Monica Riva, Alberto Guadagnini, Laura Longoni e Monica Papini, con il supporto di Andrea Abbate, Leonardo Sandoval Pabon e Andrea Manzoni, i gestori del servizio idrico lombardo potranno informare il proprio processo decisionale su analisi in grado di incorporare gli effetti del cambiamento climatico sulle fonti di approvvigionamento. Tramite questo approccio, sarà possibile migliorare l’efficienza dei sistemi esistenti ed effettuare investimenti mirati per garantire la resilienza della rete.
La ricerca in ambito pluviometrico
Fondamentale per la realizzazione di tale strumento è stato anche lo studio della tendenza futura delle Linee segnalatrici di possibilità pluviometrica, che rappresentano come le piogge influenzeranno il sistema idrico. Dai risultati emerge come lo scenario più critico sia anche quello considerato più probabile, prevedendo l’alternanza di periodi di siccità estrema ad altri di piovosità intensa. Anche se non vi saranno grandi variazioni nell’accumulo complessivo, i giorni di pioggia diminuiranno significativamente, aumentando l’intensità delle precipitazioni. Entro il 2081, infatti, il tempo di ritorno delle precipitazioni si dimezzerà, con eventi estremi che si verificheranno a frequenza raddoppiata rispetto ad oggi.
I risultati dell’analisi da qui al 2100
Lo studio, condotto sulla Regione Lombardia con 15 modelli climatici EURO-CORDEX e scenari RCP 8.5, evidenzia un aumento dei quantitativi di precipitazione estrema e una riduzione dei tempi di ritorno. Entro il 2100, eventi oggi considerati rari, come le piogge con tempo di ritorno di 20 anni, potrebbero verificarsi con frequenza doppia, aumentando il rischio di insufficienza delle infrastrutture idrauliche se non adeguatamente progettate. Da qui la necessità di attuare procedure di progettazioni in ambito idraulico che tengano conto degli effetti climatici futuri sulle precipitazioni intense, incrementandone la sicurezza e la resilienza della rete di fronte alle future variazioni del clima. Le proiezioni, che coprono una superficie di circa 80mila km2, includendo l’intero bacino del Po e la regione Lombardia, potranno essere aggiornate con l’acquisizione continua di nuove informazioni, mantenendosi così sempre attuali.
Un sistema per la quantificazione dell’incertezza
“A fronte della grande responsabilità che abbiamo verso gli abitanti della nostra regione, si è rivelato fondamentale dotarci di uno strumento che consentisse di studiare e prevedere l’impatto dei cambiamenti climatici sugli acquiferi lombardi, in termini di quantità, tempistiche, movimento e disponibilità – ha dichiarato Raffaele Pini, portavoce di Water Alliance – Acque di Lombardia – È stato quindi naturale lanciare un’alleanza con un’eccellenza del calibro del Politecnico di Milano per arrivare ad avere un modello digitale che, consentendo una rigorosa quantificazione dell’incertezza, ci aiutasse nella pianificazione degli investimenti futuri e nella gestione di reti e impianti esistenti”.
Protezione delle risorse nel lungo periodo
“Oltre l’80% dell’acqua potabile consumata in Lombardia proviene dalle falde acquifere. – ha dichiarato Vincenzo Lombardo, Direttore Generale di Lario Reti Holding S.p.A. e coordinatore del Gruppo di Lavoro che ha prodotto lo studio –. Per garantire una gestione sostenibile di questa risorsa, è fondamentale disporre di strumenti di previsione avanzati. Il modello idrogeologico integrato del sistema acquifero del fiume Po, grazie all’impiego di reti neurali e all’elaborazione di oltre 450.000 dati litostratigrafici, è in grado di costruire una mappa tridimensionale dell’architettura del sottosuolo, includendo anche l’incertezza legata alla distribuzione dei geo-materiali. Il modello simula le principali dinamiche idrologiche, tra cui infiltrazione, emungimenti e interazioni tra acque superficiali e sotterranee. Le simulazioni si estendono fino al 2100, offrendo un supporto strategico per la pianificazione e la protezione delle risorse idriche nel lungo periodo.”