Luca Frinconi – Settore impianti, Tennacola Spa |
Davide Romanò – Sales Manager Water & WasteWater, KSB Italia |
Il cambiamento climatico, così come l’impossibilità presente in alcuni contesti di modificare nel breve periodo la struttura delle reti fognarie così come la natura dei reflui, spesso caratterizza ampie differenze tra un impianto ed un altro facendo sì che non possa esistere una soluzione univoca e standard adatta a tutti i contesti.
Il buon funzionamento di un impianto dipenderà quindi particolarmente dalla buona analisi progettuale e/o dalle eventuali manovre correttive messe in campo per assolvere a problematiche che solo l’analisi operativa può portare alla luce.
In queste condizioni, la collaborazione tra ente, progettazione e know-how del fornitore, unito alla flessibilità della produzione proposta, diventa indispensabile per riconoscere l’origine di eventuali criticità dando la possibilità di creare o rivisitare un impianto esistente, mirando all’ottimizzazione funzionale che non si limiti al mero dispendio energetico, ma che tenga conto anche di tutti i parametri quali affidabilità, funzionalità, longevità e manutenibilità che giocano un ruolo diretto sulla definizione del parametro di sostenibilità di un impianto.
Questa buona pratica descritta trova riscontro nella collaborazione tra Tennacola SpA e KSB su diversi impianti dove, partendo da problematiche conclamate o da esigenze progettuali, sono stati valutate tutte le condizioni al contorno al fine di massimizzare i risultati.
Un esempio è l’impianto di via Monte Zappa in Montegranaro (FM) dove, partendo dalla necessità di frequenti spurghi mensili, dovuti alla natura del refluo, delle prestazioni richieste e dai conseguenti frequenti intasamenti delle pompe sommergibili, pur avendo provato diverse soluzioni con altre principali marche, l’ente si trovava in una situazione priva di soluzioni durevoli e con un livello di sostenibilità critico dovuto sia all’affidabilità di impianto che agli elevati/proibitivi costi di gestione.
Eseguito un sopralluogo congiunto, rilevando tutti i dati caratteristici di impianto e le condizioni al contorno, è stato possibile identificare la soluzione più idonea per la risoluzione completa della problematica. È così che la stazione di sollevamento fognaria tradizionale è stata trasformata in un impianto di sollevamento a “secco” riutilizzando le stesse strutture esistenti ed installando l’innovativo sistema di sollevamento compatto del tipo KSB AmaDS3 realizzato in acciaio inox e dotata di pompe per reflui in installazione a secco KSB Sewabloc.
Questa configurazione, oltre ad annullare le problematiche preesistenti ha dato inoltre modo di migliorare in maniera sostanziale il carattere manutentivo di impianto: installando pompe a secco con idraulica inintasabile a doppia tenuta meccanica, a bagno d’olio ma con motore normalizzato IEC, vengono meno le possibili problematiche di rottura del motore in caso di fail delle tenute meccaniche, dando inoltre la possibilità di sostituire la parte elettrica in maniera rapida ed indipendente dalla pompa.
Questa configurazione dà inoltre la possibilità di mantenere aggiornata la parte elettrica inseguendo nuove tecnologie, così come è stato fatto nell’impianto di Sant’Angelo in Pontano (MC) dello stesso ente dove sono stati installati motori normalizzati KSB SuPremE® IE5 a riluttanza magnetica (senza magneti permanenti nel rotore) contribuendo sensibilmente alla riduzione del comparto energetico, ottimizzando la LCC e la sostenibilità d’impianto.