Un’autostrada dell’acqua che dalle Alpi Apuane porti la preziosa risorsa in Versilia e poi fino a Livorno. È il grande progetto elaborato dell’Autorità idrica toscana (Ait), che lo aveva inserito nel Piano degli interventi strategici di ambito nel marzo dello scorso anno e che ora viene rilanciato da Regione Toscana.
Un progetto faraonico, il cui nome completo è Sistema integrato per approvvigionamento idropotabile del litorale apuo versiliese e del sistema Lucca-Pisa-Livorno con la razionalizzazione dell’uso delle risorse derivanti dagli acquiferi Serchio, Magra e Alpi Apuane, che i due enti definiscono ancora allo stato embrionale, ma del quale già si conoscono tempi e costi di realizzazione. La costruzione dell’infrastruttura richiederà circa 10 anni di interventi per un investimento di 152,5 milioni di euro. Grazie all’opera verrebbero dismessi 23 pozzi, per 1,95 milioni di euro, e 5 potabilizzatori, per 400.000 euro. Il progetto prevede la captazione da nuove sorgenti e la creazione di due centrali di potabilizzazione delle acque prelevate, oltre al potenziamento dei serbatoi esistenti e alla creazione di nuovi. In seguito sarebbe realizzata la dorsale, con due diramazioni di partenza dai bacini del Magra e del Serchio, che attraverserà tutta la costa tirrenica, fino a Livorno. Tutto con l’obiettivo di ridurre i prelievi dal campo pozzi de I Frati a Camaiore, ormai ingestibile, e porre così fine all’emergenza siccità a Lucca, Pisa e Livorno attraverso una condotta comune che, a partire da Filettole, si affianca alle tubazioni che alimentano i capoluoghi di Pisa e Livorno. Come tutte le grandi opere sono, però, diverse le questioni da mettere ancora ben a fuoco, come dimostrano le numerose osservazioni presentate dalla stessa Autorità idrica toscana, a partire dalla richiesta di un’analisi più dettagliata dei punti dove realizzare nuove captazioni sulle Apuane, con uno studio di incidenza. Altro punto critico è che la dorsale andrebbe a incidere con la linea dell’Autostrada ma, soprattutto, sull’area protetta del Lago Porta. I rischi legati agli interventi sulle Apuane sono molto elevati, soprattutto per quanto riguarda i siti protetti della rete Natura 2000 e nella relazione di sintesi l’Ait lo ammette: «Captazione Apuane rimandata, in via precauzionale, a valutazione d’incidenza su progetto, anche se le indicazioni dei progettisti escluderebbero il coinvolgimento dei Siti apuani, situati in media e alta montagna». Infine, e non trascurabile, ancora poche le voci della politica locale schieratesi apertamente per il progetto.