GROSSETO.
C’è anche il nuovo centro operativo realizzato in Grancia tra gli oltre 38 milioni di euro di investimenti che l’Acquedotto del Fiora ha realizzato nel 2014. Giovedì 7 maggio, nella stessa giornata, l’approvazione del bilancio consuntivo del 2014, che chiude con quasi 11 milioni di euro di utili, e il taglio del nastro, effettuato dal vicesindaco Paolo Borghi, della nuova struttura, che consente di controllare a distanza l’intera rete idrica e di depurazione e gli impianti che il Fiora gestisce nelle province di Grosseto e Siena.
In Grancia, dove si trova lo storico serbatoio dell’acqua che serve Grosseto e la costa, è stato inaugurato, dunque, quello che è il cervello operativo del gestore del servizio idrico integrato: la struttura, realizzata attraverso la riqualificazione di due fabbricati del Comune di Grosseto, che in passato erano serviti da abitazione per i custodi del serbatoio, ospita il centro di monitoraggio dell’intera rete idrica gestita dal Fiora, con una sala operativa di telecontrollo che sarà attiva 24 ore su 24.
Uno stuolo di computer e di monitor permette di visualizzare, in tempo reale, tutti i dati relativi al funzionamento di impianti e reti.
Anomalie, guasti e rotture vengono immediatamente segnalati sui monitor e i tecnici possono azionare i comandi di controllo o, se necessario, far intervenire le squadre di pronto intervento. «Questo centro, colloca il Fiora all’avanguardia a livello nazionale nel controllo delle reti e consente – ha spiegato l’ad Aldo Stracqualursi – di gestire gli oltre 10.000 chilometri di rete come un “grande robot” di cui la struttura di Grancia è il cervello».
Benefici ne derivano sia in termini di una più efficiente gestione della risorsa idrica sia in termini di più immediata localizzazione delle perdite e, dunque, di riduzione dei tempi di intervento e di ripartenza.
Il presidente di Acquedotto del Fiora, Tiberio Tiberi, ha sottolineato che la funzione di una struttura di telecontrollo all’avanguardia come quella realizzata in Grancia permette anche di allungare la vita delle vetuste reti che servino il territorio. «Il che non è poco – ha detto – dal momento che non abbiamo quei 500-600 milioni di euro, tutti insieme, che sarebbero necessari per sostituire le condutture che sono vecchie, ma riusciamo a gestirle a un livello qualitativo accettabile proprio attraverso questo sistema di monitoraggio e a meccanismi di gestione delle persone di ricerca delle perdite».
Scarsità di risorse non significa, però, mancanza di investimenti. Lo dimostrano i dati del bilancio del 2014, approvato ieri dall’assemblea dei soci, che parlano di 38 milioni e mezzo di investimenti effettuati in un anno, pari a circa cento euro per abitante, un importo tre volte superiore alla media nazionale. Inoltre, il bilancio 2014 si è chiuso con un utile di circa 10 milioni e 800.000 euro che saranno accantonati per gli investimenti realizzati e da realizzare.
Ad oggi il Fiora ha investito 315 milioni di euro e deve arrivare, entro il 2026, a quota 550 per completare le previsioni del piano di ambito. In passato è stato necessario contrarre un prestito “ponte” perché il sistema bancario, complice la crisi, stentava a concedere un mutuo, ma il clima sembra essere cambiato e il presidente Tiberi può annunciare che la società sta ristrutturando il suo debito grazie a un mutuo da 140 milioni di euro che le banche hanno concesso. Anzi, pare che questa volta abbiano offerto 220 milioni, ma al Fiora ne servivano di meno.