Il 2016 è stato un ottimo anno per Iren. A dirlo i dati del bilancio approvato dal Consiglio d’Amministrazione della multiutility, che vedono tutti gli indicatori in crescita a doppia cifra percentuale, con un utile netto in incremento di oltre il 47% e un dividendo in aumento del 14% rispetto al 2015.
Più nello specifico, il Gruppo nel 2016 ha conseguito ricavi pari a 3,3 miliardi di euro (+6,1%) e un margine operativo lordo di 814,2 milioni di euro, in crescita del 20,1% rispetto all’anno precedente, grazie al contributo sia dei business regolati sia di quelli non regolati. Un risultato al quale hanno contribuito tutte le Business Unit, ma particolarmente importante è stata anche la crescita per linee esterne, che sul margine operativo lordo dell’anno vale circa 53 milioni di euro e si riflette principalmente sulla Business Unit ambiente, grazie al consolidamento integrale di Trm, che gestisce il termovalorizzatore di Torino. Il contributo dell’attività di consolidamento incorpora anche quello di Atena, la multiutility di Vercelli attiva sia sulla filiera energetica che sui business regolati.
Nei territori di riferimento, il Gruppo ha continuato a investire per confermare il proprio ruolo di motore dello sviluppo e polo aggregatore, destinando alle operazioni di acquisizione (Trm, Atena Vercelli, Gaia, Rei, Recos) circa 120 milioni di euro, oltre ai 270 milioni di investimenti destinati alla crescita delle filiere operative.
Completa il quadro la riduzione del rapporto debito netto/Ebitda a 3.0x, un risultato raggiunto in anticipo di 2 anni rispetto ai target di business plan, che garantisce una maggiore flessibilità finanziaria per cogliere eventuali future opzioni di crescita.
A beneficiare di tale quadro saranno anche i Comuni soci, per i quali il CdA ha deliberato una proposta di dividendo pari a 0,0625 euro per azione che porterà un bel po’ di soldi nelle loro casse. Per FSU, la holding che riunisce pariteticamente i comuni di Torino e Genova, significa un introito di 26,5 milioni di euro, ma interessanti sono anche le quote destinate ai comuni emiliani di Reggio Emilia (6,2 milioni di euro), Parma (3,7 milioni di euro) e Piacenza (1,2 milioni di euro).