Teleriscaldamento e geotermia: la sfida europea alle fonti fossili

Il teleriscaldamento geotermico come alternativa immediata per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di combustibili fossili. A questa possibilità guarda il progetto europeo GEODH, che si propone di valutare il potenziale di sviluppo della tecnologia in 14 Paesi dell’Unione Europea, tra i quali l’Italia.

La geotermia è una fonte di energia rinnovabile alla quale si guarda con sempre maggiore interesse. Il suo potenziale non è stato ancora valorizzato in modo adeguato, soprattutto nel settore del teleriscaldamento, una possibilità che darebbe un importante contributo alla sicurezza energetica dell’Europa, riducendo le importazioni di combustibili fossili. In questa prospettiva si situa il progetto europeo GEODH, finanziato nell’ambito del programma Energia intelligente per l’Europa (EIE) della Commissione europea, che si propone proprio di valutare il potenziale di sfruttamento di questa fonte sicura e pulita nell’ambito dell’Unione europea, in modo da limitare la dipendenza dei Paesi dalle forniture di gas dalla Russia.
Attualmente, infatti, oltre il 25% della popolazione dell’Unione europea vive in aree idonee allo sviluppo del teleriscaldamento geotermico (Geothermal district heating, GeoDH), un potenziale non ancora pienamente sfruttato.
Avviato nel 2012 per concludersi il prossimo novembre, il progetto GEODH, che vede la partecipazione di 14 Paesi della Ue (Italia, Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Romania e Bulgaria), ha prodotto come primo risultato lo sviluppo di una mappa interattiva elaborata per identificare le aree europee ad alta vocazione geotermica. L’analisi della mappa evidenzia le buone prospettive di sviluppo in ben 28 Paesi, dove lo sfruttamento della fonte geotermica può essere integrata alle reti di teleriscaldamento già esistenti richiedendo semplici opere di riadattamento.
Per lo sviluppo di nuovi sistemi di teleriscaldamento geotermico, le elaborazioni mostrano come questi possano essere realizzati a costi competitivi in diverse regioni del Continente. Particolarmente interessante da questo punto di vista è il bacino Pannonico, che comprende Ungheria, Romania, Croazia e Serbia.
Un altro fronte sul quale i ricercatori sono impegnati è la diffusione di una maggiore consapevolezza sulle possibili applicazioni e sui benefici del teleriscaldamento e teleraffrescamento geotermico, a partire dall’impiego di una fonte di energia rinnovabile locale, di base e flessibile. Altro enorme vantaggio offerto della tecnologia è la possibilità di diversificare il mix energetico, aspetto decisivo per tutelarsi dall’instabilità e dalle impennate dei prezzi dei combustibili fossili.
Ma l’impegno del team è notevole anche per la creazione delle condizioni di contesto che possano favorire lo sviluppo di questi sistemi, e che comprendono aspetti burocratici, normativi, la messa a punto di modelli finanziari innovativi per sostenere gli investimenti e la formazione di tecnici e decisori delle autorità locali, per fornire le conoscenze necessarie per approvare e supportare i progetti.
Il primo aspetto riguarda la rimozione delle barriere burocratiche e amministrative e il miglioramento degli schemi normativi che frenano la diffusione della tecnologia. Sotto questo punto di vista, il panorama europeo è tutt’altro che uniforme, presentando forti differenze da Paese a Paese. In Ungheria, Polonia e Slovacchia, la principale sfida consiste nella rimozione delle barriere burocratiche e finanziarie, mentre in Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovenia la necessità è convincere i responsabili del processo decisionale ad adottare schemi normativi più favorevoli. Le indicazioni per Italia, Germania e Francia riguardano invece la semplificazione delle procedure e lo sviluppo di meccanismi che consentano di fornire più finanziamenti per raggiungere gli ambiziosi obbiettivi che già si sono posti in materia. Infine, per i mercati giovani di Paesi Bassi, Regno Unito, Irlanda e Danimarca, che stanno sviluppando i loro primi sistemi di teleriscaldamento geotermico l’indicazione è creare le giuste condizioni di mercato.

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