Era il 2003 quando in Toscana veniva realizzato il primo piccolo impianto di teleriscaldamento da biomassa della Regione, quello di Rincine, nel Comune di Londa (Firenze). Da allora il settore ha compiuto passi in avanti, anche grazie alle linee finanziarie attivate dalla Regione che, con contributi per circa 8 milioni di euro, hanno permesso la costruzione di circa 35 sistemi di teleriscaldamento, tutti gestiti da enti pubblici, per una produzione complessiva di circa 25 MW termici.
Una strada che la Regione intende continuare a percorrere con la predisposizione di nuovi bandi per incentivare progetti sul territorio che mirano a favorire la produzione di calore da distribuire alle utenze attraverso piccoli impianti diffusi, soprattutto in aree non metanizzate.
Soluzione che consentirà di sfruttare le potenzialità latenti di una Regione dove i boschi coprono circa la metà del territorio. L’ultima stima – prodotta nel 2009 dal Ministero per le Politiche Agricole per valutare le potenzialità del settore agroforestale in termini energetici – ha preso in esame la valorizzazione delle biomasse già disponibili nel territorio (residui di attività forestali, zootecnia, agroindustria e prima trasformazione del legno). Secondo il report ammonta a circa 450.000 tonnellate la sostanza secca di residui forestali che può essere utilizzata per la produzione di energia termica. Disponibilità che sale a ben 700.000 tonnellate se vengono compresi anche i residui agricoli.