l’Ue deve adeguare la propria strategia per l’idrogeno. Il messaggio è arrivato nero su bianco sui tavoli della Commissione europea e la firma in calce alla raccomandazione è quella Corte dei conti europea.
Programmi irrealistici e strategie irresponsabili
Secondo i giudici di stanza a Lussemburgo, l’Ue è riuscita solo in parte a porre le basi per il mercato emergente dell’idrogeno rinnovabile, Sebbene, infatti, siano state attivate diverse iniziative positive, sono ancora molte le questioni da sciogliere per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030, che oltretutto paiono troppo ambiziosi. Il suggerimento dei revisori è quindi quello di ipotizzarne di nuovi, più realistici, pianificando strategie che non comportino il rischio nuove dipendenze nei confronti di paesi extra europei e non pregiudichino la competitività delle industrie comunitarie.
Poca analisi dei dati e troppa politica
L’idrogeno “verde”, prodotto da energia rinnovabile o da biomassa, può contribuire a ridurre la dipendenza dal gas russo e a rendere più sostenibili le industrie pesanti dell’Ue, favorendo il raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni al 2050. Si tratta però di una tecnologia complessa, per la quale è necessario affrontare diverse questioni. Gli obiettivi della Commissione, secondo i giudici comunitari, infatti, non erano basati su analisi approfondite, ma su valutazioni di natura politica. La possibilità di raggiungerli, di conseguenza, sembrerebbe già compromessa dalla diversità di opinioni tra gli Stati, dai tempi di pianificazione degli investimenti e dal fatto che i 18,8 miliardi di euro stimati per il periodo 2021-2027 sono stati dispersi tra più programmi, rendendo difficile per le imprese individuare il tipo di finanziamento più adatto alle loro esigenze.
La necessità di rivedere il piano di investimenti
Per farsi un’idea della situazione attuale e di quali siano gli obiettivi della Commissione, basti pensare che nel 2022 l’idrogeno rappresentava meno del 2% del consumo energetico europeo. Stando a quanto scritto nella relazione della Corte, la domanda che dovrebbe essere spinta entro il 2023 non raggiungerà nemmeno 10 milioni di tonnellate, la metà dei 20 milioni di tonnellate ipotizzati dalla Commissione.
Il messaggio della Corte dei conti europea si chiude, quindi, con l’esortazione alla Commissione a adeguare la strategia per l’idrogeno concentrandosi soprattutto sulla calibrazione degli incentivi per la produzione e l’uso dell’idrogeno rinnovabile e sull’individuazione di un ordine di priorità per gli scarsi finanziamenti dell’Ue, valutando quali industrie l’Ue vuole sostenere e a quale costo.