Favorire la crescita del Paese in chiave sostenibile. È questo il nodo centrale della nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN), illustrata dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti nel corso di un’audizione sul tema in Commissione Ambiente del Senato.
Dopo una panoramica sul quadro europeo, dall’accordo di Parigi al Pacchetto Energia pulita per tutti gli europei per privilegiare l’efficienza energetica, conquistare la leadership a livello mondiale nelle energie rinnovabili e garantire condizioni eque ai consumatori, il ministro è entrato nel merito delle politiche attuate dal Governo su clima e energia.
In primo piano, lo sviluppo delle rinnovabili, che già oggi in Italia coprono una quota di consumi finali superiore al 17%, in linea con l’obiettivo fissato al 2020. Adesso si tratta di gestire un passaggio complesso: nel settore è infatti in atto un profondo cambiamento nel quale le rinnovabili dismettono i panni di beneficiari di supporto pubblico per entrare a pieno titolo nel mercato, in competizione tra loro e con le altre modalità di produzione dell’energia. Un processo che va gestito in modo corretto, sia per centrare gli obiettivi ambientali di medio-lungo periodo, sia per difendere un comparto prezioso, con un elevato potenziale produttivo e occupazionale.
Uno delle sfide sarà mettere a punto strumenti di sostegno coerenti con i vincoli imposti dalla normativa sugli aiuti di Stato e definire strategie precise in settori chiave: dalle regole dell’autoconsumo, all’evoluzione verso tecnologie più avanzate e suscettibili di un utilizzo più efficiente, come la trasformazione del biogas in biometano, utilizzato anche nei trasporti.
Un ruolo centrale in questo percorso lo gioca la ricerca, cui il piano 2015-2017 per la ricerca di sistema elettrico destina circa 100 milioni ai temi direttamente connessi alle rinnovabili – comprese le esigenze delle reti elettriche – ai quali si aggiungono le risorse private e quelle residue dai programmi finanziati o cofinanziati dall’Europa.
Galletti ha affrontato anche il tema del costo della bolletta energetica, in particolare del differenziale tra Italia e altri Paesi. «Il Ministero dello Sviluppo Economico ha segnalato come tale questione dipenda da diverse ragioni: alcune sono strutturali e attengono al nostro mix di generazione, costituito sostanzialmente da gas e rinnovabili (con una marginale quota di altre fonti fossili), una peculiarità nel sistema europeo tuttavia suscettibile di trasformarsi in un vantaggio nella prospettiva di decarbonizzazione del settore intrapresa dall’Europa – ha spiegato il ministro -. Per il resto incidono, come è noto, gli oneri generali di sostegno, giunti a circa 16 miliardi di euro l’anno, di cui gran parte devoluti alle fonti rinnovabili».
Sul primo aspetto, Galletti ha invitato ad «agire sul prezzo della materia prima gas, peraltro già abbastanza allineato (al netto di alcuni maggiori oneri di trasporto) con i valori europei». Per quanto riguarda invece gli oneri, ha sottolineato come alcuni interventi siano stati effettuati nel 2015 e abbiano portato a una riduzione del carico per le piccole e medie imprese. «Per il futuro, il Governo sta operando affinché, dal 2018, le modalità di raccolta degli oneri e di concessione delle agevolazioni siano conformi alle regole europee e di misura tale da migliorare la capacità concorrenziale delle imprese, soprattutto quelle con elevata incidenza di energia elettrica».