Controllo e prevenzione sono azioni necessarie a migliorare l’ambiente in cui viviamo
Lo sa bene Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che è pronto a introdurre nei suoi impianti un vero e proprio “detective elettronico”, in grado di prevenire gli scarichi abusivi, riducendo in questo modo i cattivi odori e prevenendo l’inquinamento.
Dopo i positivi riscontri del progetto pilota avviato nel dicembre scorso…
Gruppo CAP ha deciso di estendere il progetto che prevede l’installazione di sonde multiparametriche nella rete fognaria, con l’obiettivo di rilevare in tempo reale la presenza di sostanze inquinanti nelle acque reflue. La tecnologia sviluppata da Kando è basata su un approccio di tipo “Early Warning”: rileva in anticipo la presenza di sostanze inquinanti nelle acque reflue.
Come funziona?
Analizzando continuamente alcuni parametri (pH, conducibilità, temperatura e potenziale Redox), il sistema restituisce un indice di inquinamento, che consente di individuare le zone più a rischio per poi intensificare i controlli puntuali. Le centraline di rilevazione dei parametri possono essere integrate da un campionatore automatico, in grado di prelevare un campione istantaneo quando la sonda rileva dati anomali, che viene poi analizzato in laboratorio per acquisire l’esatto contenuto di contaminanti.
Il progetto pilota nel bacino del depuratore di Pero
Il progetto pilota è stato realizzato nel bacino del depuratore di Pero, uno dei più grandi fra quelli gestiti da Gruppo CAP, con 21 Comuni afferenti e una capacità di 620mila abitanti equivalenti.
In questa zona ci sono anche molte attività produttive, e da tempo risulta in crescita il dato relativo a diverse sostanze che giungono, attraverso il sistema fognario, all’impianto di depurazione.
Poiché i sistemi di campionamento tradizionali non sempre sono esaustivi per verificare le anomalie presenti sul territorio, Gruppo CAP ha deciso di dotarsi di questo innovativo sistema, un vero e proprio “detective elettronico” che garantisce una migliore capacità di previsione delle sostanze inquinanti e una più puntuale possibilità di individuare gli scarichi anomali.
Monitorare la qualità delle acque reflue consente infatti da un lato di cogliere con precisione eventuali scarichi illeciti da parte di utenze industriali presenti nella zona, dall’altro di rilevare in tempo reale la presenza di un determinato inquinante nella rete fognaria e di calcolare il tempo di arrivo al depuratore. Questa informazione permette ai tecnici di CAP di mettere in atto delle “misure tampone” per mitigare l’impatto delle sostanze sul processo depurativo all’interno dell’impianto.
La scelta, per il progetto pilota, si è concentrata sui Comuni di Pero, Solaro e Baranzate, puntando l’attenzione sulle aziende di trattamento di rifiuti, farmaceutiche, chimiche e galvaniche, e rilevando in particolare la presenza di Nichel, Zinco, Cromo e Cromo esavalente.
Questi dati hanno già portato a una notifica di reato e all’avvio dell’attività di controllo coordinata con ARPA e con la polizia provinciale, identificando l’origine dello scarico anomalo e quindi interrompendo questa fonte di inquinamento ambientale.
Con l’installazione delle sonde in altri bacini, l’utility lombarda vuole cominciare a estendere il progetto sul territorio servito, visti i riscontri più che positivi della fase pilota.
L’obiettivo?
L’obiettivo è tutelare gli impianti di depurazione e rendere più efficiente il processo, ma anche ridurre l’impatto ambientale e sociale di questa attività, contribuendo al benessere delle persone che vivono nelle vicinanze dei depuratori, perché le sostanze inquinanti illecite possono anche generare i cattivi odori che spesso vengono imputati agli impianti di depurazione.