Esaminando le fonti di alimentazione degli impianti termoelettrici di taglia maggiore di 5 MW presenti in Italia a fine 2013 (con un potenza installata quantificabile in 71,6 GW a cui è da sottrarre presumibilmente circa un 20% di capacità di impianti in via di dismissione), nel rapporto si nota come già oggi una quota parte (25% della potenza totale installata) di tali impianti è utilizzata a fini cogenerativi. In particolare, nell’ambito del campione selezionato l’1,3% del mix di capacità termoelettrica è relativa a impianti geotermoelettrici, concentrati in modo esclusivo in Toscana.
Sempre la Toscana rappresenta un’eccezione anche per quanto riguarda le reti di teleriscaldamento. Quelle esistenti nel Paese si trovano quasi esclusivamente nelle aree settentrionali (il 63% è localizzato in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige), mentre nell’Italia centrale tali infrastrutture sono presenti nella città di Osimo in provincia di Ancona e in un quartiere della città di Roma, ma in assoluto la presenza più significativa è in Toscana, dove distribuiscono il calore geotermico di cui una parte della Regione è molto ricca.
Complessivamente, per quanto riguarda la potenza termica degli impianti installati in Italia e asserviti a reti di teleriscaldamento, si registra un valore pari a 8.056 MW termici: di questi, gli impianti a fonte geotermica (117 MWt) e quelli a pompa di calore (37 MWt) coprono complessivamente il 2% della potenza installata. Con quali prospettive di sviluppo? In Toscana, attraverso il Paer approvato dal Consiglio regionale a inizio 2015, fra le modalità di consumo al 2020 del calore da rinnovabili, si individuano 29 ktep per biomassa da teleriscaldamento, 2,2 ktep per pompe di calore abbinate al teleriscaldamento e 48,9 ktep per la geotermia diretta e/o teleriscaldamento.