26/02/2018

Snam, ambientalisti contro il potenziamento del metanodotto San Salvo-Biccari


Snam la ritiene un’infrastruttura strategica nel sistema gas dell’area adriatica, ma non la pensano così le associazioni ambientaliste dei territori. Si tratta del progetto di rifacimento del metanodotto San Salvo-Biccari, 88 chilometri di condotte che attraversano tre regioni, Abruzzo, Molise e Puglia, e 20 comuni nelle province di Chieti, Campobasso e Foggia. Un gasdotto che il gestore della rete di trasporto vorrebbe potenziare, ampliando il diametro delle condotte, da 55 a 65 cm, con conseguente incremento della pressione di esercizio, da 64 a 75 bar, aumentandone quindi la capacità di trasporto.
Un’opera considerata centrale nel sistema di import/export del Gasdotto rete adriatica, che coinvolge la centrale gas di Sulmona (L’Aquila), altro progetto contestato, e l’ancor più contestato Tap (Trans-Adriatic Pipeline), il gasdotto che consentirà di immettere nella rete di trasporto nazionale il gas proveniente dai giacimenti dell’Azerbaigian attraversando in Mar Adriatico e approdando sulle coste della Puglia.
A presentare delle osservazioni al progetto due associazioni, Stazione ornitologica abruzzese e Nuovo senso civico che ne contestano diversi punti. A partire dalla denominazione: l’opera, che viene presentata come rifacimento, rappresenta in realtà un potenziamento della rete, con ciò contraddicendo quindi l’obiettivo di arrivare a una diminuzione dell’uso di gas in Italia e quindi l’applicazione della convenzione di Parigi sui cambiamenti climatici. A questo si aggiunge, secondo le due realtà, una non corretta valutazione del rischio sismico, dal momento che gli elaborati stessi ammettono che l’analisi di tale rischio è stata fatta non considerando l’eventuale presenza di fagli superficiali attive. Stesso discorso per il rischio incidenti, visto che il tasso di incidentalità è stato ricavato da studi delle stesse aziende e non da ricerche indipendenti. Inoltre, sottolineano le associazioni, il gasdotto attraverserebbe decine di aree ufficialmente catalogate come a rischio frana, mentre nello Studio di impatto si sostiene che passa in aree stabili. Altro punto critico, la vicinanza a centri abitato e numerose case sparse.

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