Prevenire o riparare tempestivamente le perdite sulle reti idriche. È con questo obiettivo che Smat, gestore del servizio idrico integrato nell’area metropolitana di Torino per oltre 2,2 milioni di abitanti distribuiti in 292 comuni, ha deciso di avvalersi di un satellite spaziale per monitorare le sue infrastrutture di distribuzione. Il satellite si chiama Alos 2, appartiene all’Agenzia aerospaziale del Giappone ed è stato affittato da una società italiana, alla quale il gestore idrico si è rivolta per poter beneficiare dei suoi servizi.
Alos 2 (Advanced land observing satellite-2) orbita a 650 chilometri di distanza dalla Terra, ma è in grado di “vedere” fino a una profondità di 12 metri sotto il livello del suolo. Il satellite, infatti, emette un segnale radar elettromagnetico con una lunghezza d’onda in grado di penetrare il terreno fino a quella profondità – che si riduce a 3 metri in ambiente urbano a causa della pavimentazione stradale – e di rilevare la presenza e il quantitativo di acqua presente, provocato da un’eventuale perdita. I dati raccolti vengono elaborati da un applicativo che individua i punti classificandoli in base all’entità della perdita. Insomma, una soluzione avanzatissima, della quale l’unico limite è rappresentato dagli ostacoli metallici, in primo luogo le automobili, che possono interferire con il segnale.
Ma l’utilizzo del satellite è solo un elemento del progetto. Le rilevazioni di Alos 2, vanno a integrarsi al sistema cartografico avanzato già messo a punto dall’azienda, che assicura la geolocalizzazione delle condotte con una precisione altissima. La sovrapposizione dei punti individuati con il tracciato delle condotte permette di determinare la posizione della perdita con una tolleranza di 50 metri. Tale combinazione di tecnologie permetterà alle squadre del pronto intervento di agire subito e direttamente sulla condotta per riparare il danno o, addirittura, di prevenirlo.
La sperimentazione verrà condotta in diverse fasi. La prima interesserà oltre 800 chilometri di condotte a Torino. Sulla base dei risultati ottenuti la ricerca sarà estesa ai restanti 1.000 chilometri di rete cittadina. La terza fase consisterà nell’estendere lo studio ai 10.000 chilometri di reti idriche gestite tramite un avanzato sistema di telecomando e telecontrollo centralizzato. Il progetto prenderà il via a breve, con l’obiettivo di passare dall’acquisizione dell’immagine radar del satellite all’applicazione sul campo dei risultati dell’analisi nel giro di 90 giorni.