C’è Smat tra i 16 partner che il Centro Satellitare dell’Unione Europea ha selezionato nel mondo dell’industria, dell’università e delle piccole e medie imprese nel progetto CALLISTO (Copernicus Artificial Intelligence Services and data fusion with other distributed data sources and processing at the edge to support DIAS and HPC infrastructures).
Com’è nato il progetto
Finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, il progetto è nato per superare un’evidente difficoltà. Si intende la gestione della gran mole e dell’eterogeneità dei dati satellitari ottenuti dal programma europeo di osservazione terrestre COPERNICUS. Problematica che si intende superare attraverso l’impiego dell’Intelligenza Artificiale. Quest’ultima permetterebbe di sviluppare una piattaforma dati che favorisca il monitoraggio delle attività umane e ambientali, in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Progetto CALLISTO applicato al settore idrico
Il progetto pilota interesserà diversi settori operativi, tra i quali il comparto idrico. Il settore idrico avrà come protagonista Smat, che si avvarrà dai dati satellitari per il monitoraggio dei bacini di acqua.
In questo settore CALLISTO aiuterà a individuare tempestivamente eventuali fenomeni di inquinamento, permettendo quindi di intervenire altrettanto rapidamente per effettuare i necessari processi di trattamento. In questo modo, i gestori del servizio potranno garantire la qualità dell’acqua distribuita anche in momenti di crisi.
Più nello specifico, le riserve monitorate dalla società, che gestisce il ciclo idrico a Torino e provincia, saranno i due bacini di lagunaggio situati a La Loggia. Una risposta concreta alle strategie di prevenzione strutturale, realizzati dall’azienda per fronteggiare gli eventi emergenziali come siccità o alluvioni alla luce soprattutto dei cambiamenti climatici.
Il sistema di lagunaggio
Il sistema di lagunaggio consente infatti di creare un’importante riserva idrica, prelevando l’acqua del fiume destinata alla potabilizzazione, a circa 7 km a monte dell’opera di presa. In questo modo si evita il passaggio in zone eccessivamente antropizzate. L’acqua viene fatta stazionare dai 7 ai 50 giorni in due bacini naturali con capacità complessiva di 7 milioni di metri cubi d’acqua, prima di essere immessa negli impianti di potabilizzazione.
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