L’Italia ha visto negli ultimi anni il susseguirsi di situazioni climatiche estreme, in termini di temperatura atmosferica raggiunta ma soprattutto di scarsità di precipitazioni. Nel corso del 2022 l’intero Paese, ma soprattutto il Nord, ha vissuto una vera e propria emergenza idrica. Di fronte a questa crisi, diverse regioni avevano dovuto far ricorso allo stato d’emergenza.
Le prospettive per il 2023 sembrano confermare lo stesso trend, con:
- precipitazioni minime o assenti
- un drastico calo delle nevicate
- la riduzione ai minimi storici delle portate dei principali fiumi, a partire dal Po, e dei livelli dei laghi.
Report di ANBI
In un recente report pubblicato a febbraio da ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni e Miglioramenti Fondiari), si legge senza mezzi termini che “dati alla mano è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua del rubinetto non può più essere data per scontata”. Sono le conseguenze del cambiamento climatico, di fronte alle quali l’intero sistema Paese è chiamato a lavorare per trovare e realizzare soluzioni per farvi fronte.
Una grande opportunità, in questo senso, è data dal PNRR. Per il rinnovo e l’efficientamento dell’intero sistema idrico nazionale sono stati stanziati 2,9 miliardi di euro. Tali fondi serviranno – anzi, servono – per realizzare grandi e piccole opere infrastrutturali, a cominciare dal rinnovo delle reti idriche sul territorio, per minimizzare le perdite.
Qualche dato…
Oggi in Italia in media il 47,6% dell’acqua prelevata viene disperso. Il 42% delle perdite avvengono nella rete di distribuzione, contro una media europea del 23% (Fonte: Libro Bianco Ambrosetti 2022). Il motivo? Circa il 60% della rete nazionale ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni. Il livello di dispersione idrica nel Nord Italia è del 34,9%, al Sud raggiunge il 48,6%. In Lombardia si attesta al 23,4%, mentre nella Città metropolitana di Milano il dato è inferiore al 20%.
Da anni Gruppo CAP, la green utility pubblica che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, ha avviato una nuova strategia per la riduzione delle perdite, adottando progetti di ricerca integrata per individuarle su tutta la rete. Dal 2020, per esempio, sono stati sottoposti a controllo 3.614 km di rete, equivalenti a circa il 50% del totale, consentendo l’individuazione e la riparazione di 5.016 perdite, 150 in più rispetto al 2019.
Ottenuto il finanziamento del PNRR
Nel 2023 ATO Città metropolitana di Milano e Gruppo CAP sono stati ammessi al finanziamento del PNRR da oltre 42 milioni di euro (per la precisione 42.526.377), che serviranno a migliorare la qualità dell’acqua per tutti i cittadini del territorio servito.
Classificato al terzo posto in graduatoria su oltre 150 progetti, CAP insieme all’ATO hanno ottenuto l’importo più elevato tra le regioni della categoria nord-centro. Il finanziamento del PNRR consentirà di proseguire sulla strada tracciata:
- adottando tecnologie sempre più innovative
- potenziando gli strumenti di monitoraggio
- sviluppando strumenti di modellizzazione per la manutenzione e la pianificazione predittiva per 133 Comuni.
Sarà inoltre possibile sostituire 18 km di rete, che si aggiungono ai 46 pianificati nel periodo 2020-2023, che avranno con un importante ricaduta sull’ambiente in termini di risparmio energetico e di riduzione di CO2 (e quindi di costi per i cittadini).
Il finanziamento per il quale Gruppo CAP e ATO Città metropolitana di Milano sono stati ammessi contribuisce a un investimento totale da parte dell’azienda pari a 79.446.801 euro. Si tratta del terzo ottenuto da CAP dai fondi del PNRR, dopo quello pari a 50 milioni di euro per il progetto Città metropolitana Spugna, che consentirà di realizzare 90 progetti di drenaggio urbano sostenibile in 32 Comuni, e quello di circa 2 milioni per il teleriscaldamento.
Nel complesso sono quasi 100 i milioni di euro che CAP potrà gestire grazie ai fondi del PNRR. Gli interventi proposti si inseriscono nel quadro della strategia adottata da CAP col suo piano di sostenibilità, che si sviluppa secondo tre principi fondamentali:
- Resilienti, negli asset, nella governance e nella gestione della risorsa idrica;
- Innovatori, investendo costantemente in ricerca e sviluppo, tecnologia e capitale umano
- Sensibili ai bisogni delle persone, per aumentare il benessere e la fiducia delle comunità servite.