L’intervento in oggetto ha interessato il serbatoio idrico di testata dell’Impianto di Potabilizzazione del Sinni, in agro di Laterza (TA), costituito da un locale tecnico di alloggio delle pompe di sollevamento che inviano la risorsa idrica potabilizzata ad un altro impianto (denominato “Parco del Marchese“) e da due vasche fuori terra, realizzate con pareti in calcestruzzo armato, dotate di setti divisori interni e di un solaio di copertura formato da tegoli precompressi a TT.
Tale opera ha fatto registrare a più riprese, tra il 2015 e il 2019, il crollo di porzioni sempre più estese del solaio di copertura, dovuto essenzialmente al degrado delle strutture in c.a. dovuto al tempo e all’ambiente altamente aggressivo determinato dalla presenza di vapori di cloro.
Unitamente al ripristino del solaio di copertura, l’intervento ha comportato anche il risanamento delle pareti in c.a., anch’esse ammalorate e contraddistinte dai cosiddetti “nidi di ghiaia” e da un quadro fessurativo esteso.
L’intervento è stato complicato dalla necessità di tenere sempre in funzione il serbatoio, attraverso l’esercizio di almeno una vasca.
Le superfici interne del serbatoio sono state preliminarmente preparate attraverso l’iniziale demolizione delle porzioni corticali di cls ammalorato e/o in via di distacco, fino al raggiungimento del supporto sano e alla messa a nudo delle armature esistenti.
Sono stati rimossi i vecchi ripristini di malte polimero-cemento degradati e fessurati, sono stati creati degli scassi antiespulsivi, accuratamente puliti e bagnati sino a saturazione con acqua corrente, e si è proceduto ad effettuare un trattamento passivante delle armature presenti attraverso prodotti aventi azione di inibitori della corrosione da ossidazione.
La fase lavorativa successiva ha riguardato l’applicazione dentro lo scasso, attraverso idonee pennellesse a setole dure e un miscelatore lento a pale, di una miscela cementizia di consistenza cremosa, composta da cemento Portland, sabbia silicea trattata di speciale gradazione e molteplici componenti chimici proprietari attivi, che reagiscono con i vari composti minerali dell’idratazione del cemento e l’umidità della matrice in calcestruzzo, formando una rete di cristalli insolubili che sigilla i pori, i capillari e le microfessurazioni.
Dove necessario è stato effettuato un bloccaggio di modeste infiltrazioni (trasudamenti e percolamenti) mediante tamponamento con cemento alluminoso a presa istantanea per consentire il proseguo dei lavori.
Quindi si è proceduto alla ricostruzione a profilo originale dei volumi mancanti e/o demoliti con malta cementizia monocomponente, fibrorinforzata, tixotropica, a ritiro controllato, a base di cementi ad alta resistenza, filler superpozzolanici, aggregati selezionati, fibre polipropileniche e agenti reattivi cristallizzanti.
Successivamente è stata effettuata una finitura di tutte le superfici a spruzzo con apposita macchina Turbosol del sistema di impermeabilizzazione, i cui additivi chimici in miscela con cemento e quarzo causano un’azione catalitica con i composti minerali solubili della matrice in calcestruzzo che genera una formazione cristallina dentritica non solubile all’interno dei pori e dei capillari della matrice, fino ad una profondità che dipende dalla presenza continua di umidità.
In tal modo si è creata una barriera all’acqua ed ai contaminanti chimici, anche in presenza di pressioni idrostatiche negative molto alte.
Le superfici trattate sono state mantenute umide mediante la leggera nebulizzazione dall’inizio della presa (dopo 2/3 ore dall’applicazione) per 24/36 ore.
Anche i nuovi tegoli precompressi di copertura, installati al posto di quelli esistenti ormai crollati, sono stati additivati, già in fase realizzativa presso l’azienda prefabbricatrice, con un prodotto “cristallizzante”, simile a quello adottato per il risanamento delle pareti, finalizzato all’impermeabilizzazione e protezione chimica integrale per cristallizzazione delle strutture in calcestruzzo fin dal principio, nella fase di esecuzione dei getti.
Le lavorazioni, eseguite dall’impresa appaltatrice Apulia Technology S.r.l., sono state terminate secondo il cronoprogramma stabilito e hanno permesso all’opera di essere rimessa in esercizio in uno stato ottimale, assicurandone un’idonea impermeabilizzazione ed una perfetta efficienza statica.