19/01/2021
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Rinnovamento della condotta idroelettrica della Società cooperativa – Azienda Elettrica di Monguelfo attraverso il sistema NoDig – Sistema di tubazioni in PRFV

L’azienda elettrica Società Cooperativa Azienda elettrica di Monguelfo, sotto la guida del presidente Dr. Ing. Klaus Oberjakober, sta seguendo già da diversi anni il progetto di rinnovare tutto l’impianto.

In particolare, la parte meccanica, turbina e generatore, e la parte elettrica, sono state totalmente rinnovate nel 2016, mentre la condotta forzata che lavora ad una pressione d’esercizio di 2 bar è stata oggetto di risanamento proprio nel 2020, nel periodo da maggio fino ad agosto.

Il risanamento risultava necessario dal momento che la condotta, prevalentemente in acciaio, oltre a presentare evidenti segni del tempo aveva un elevato grado di corrosione dato sia dagli anni di esercizio, sia dalle correnti vaganti dovute alla posizione della tubazione direttamente adiacente al collegamento ferroviario tra la Val Pusteria e la città di Bressanone.

La condotta da risanare ha una lunghezza complessiva di 1.275 m, un diametro interno di 2.000 mm e si trova ad una profondità di circa 3-4 m dal piano campagna. È realizzata parzialmente in calcestruzzo (ca. 300 m) ed in acciaio (ca. 1.000 m) ed attraversa delle aree abitate del paese fino ad arrivare all’edificio di proprietà dell’azienda elettrica. Per questo motivo non era assolutamente possibile realizzare un intervento di nuova posa senza scegliere un nuovo tracciato.
 

Perchè la scelta del No Dig?

Principalmente per questo motivo, dopo aver valutato le diverse opzioni, la soluzione No Dig, con sistema di inserimento di tubi in PRFV e successiva iniezione dello spazio rimanente tra condotta esistente e nuova, è stata la decisione più adatta al tipo di situazione in cui la tubazione esistente si trovava.

Il PRFV garantiva il risanamento statico ed idraulico con un rapporto qualità e costi che altre tecnologie attualmente non riescono a raggiungere. Oltre a questo, le tempistiche, l’impatto ambientale delle lavorazioni e di conseguenza il periodo senza produzione dell’azienda idroelettrica, venivano decisamente ridotti.
 

Com’è avvenuta l’assegnazione dei lavori?

Si è deciso di assegnare le lavorazioni attraverso una gara economicamente vantaggiosa, in cui la qualità del progetto presentato doveva essere valutata con una percentuale del 75% e la parte economica del 25%.

La scelta di utilizzare questo sistema di aggiudicazione è stata presa al fine di garantire un elevato grado di qualità, sia nell’esecuzione che nel mantenimento delle tempistiche previste.

Un ritardo, infatti, avrebbe potuto causare, oltre alla perdita di produzione giornaliera, anche una parte del finanziamento.

A seguito di un’attenta valutazione delle proposte ricevute da sei imprese provenienti da Germania, Austria e Italia, il lavoro è stato aggiudicato dalla commissione di gara all’azienda italiana, Rotech Srl.

Il lavoro è stato assegnato a fine febbraio, ma a causa dello sviluppo della pandemia COVID-19, il cantiere non è stato affidato prima di aver definito tutti gli aspetti di sicurezza aggiuntivi dovuti al virus, fino ad arrivare alla consegna ad inizio maggio: i primi tubi in PRFV sono stati scaricati in cantiere il 18 maggio 2020.

        

Posizionamento dei tubi in PRV all’interno di un’area messa a disposizione dal Comune di Monguelfo

 
Il committente aveva messo a disposizione:

  • un dettagliato rilievo della condotta esistente
  • una video-ispezione
  • una documentazione fotografica dello stato della tubazione esistente
  • un rilievo topografico del tracciato con uno Scan 3D della condotta
  • un’analisi dello stato di fatto dei materiali della tubazione esistente (materiale e rivestimenti)
  • un rilievo della falda
  • una definizione degli scavi di inserimento comprensiva delle aree di cantiere disponibili

 

La posa dei tubi 

I tubi, di lunghezza compresa tra 2,0 m e 6,0 m, sono stati posati secondo un progetto di montaggio elaborato dalla Rotech Srl sulla base dei rilievi topografici e lo Scan 3D, tramite l’utilizzo di un software specifico e, soprattutto, Know How interno aziendale.

Questo piano di posa, particolarmente dettagliato, prevedeva: 9 scavi di grandezze diverse a seconda del punto di inserimento con una lunghezza minima di 7,0 m e una larghezza di 3,0 m. Ogni singolo pezzo di tubo in PRFV, con indicato il nome e numero, mostrava la necessità di laminature ovvero l’applicazione di resina secondo norma specifica con classe di pressione PN3 e PN4, dove si registrava un’angolatura troppo elevata, non conforme all’indicazione del produttore del tubo.

Il piano di posa, già elaborato nei minimi particolari in fase di presentazione dell’offerta, è stato poi definito e migliorato in fase di esecuzione.

Stralcio del piano di montaggio

 
Grazie a questo piano di montaggio, in ogni momento era possibile verificare durante la fase esecutiva che ogni pezzo di tubo in PRFV venisse installato nel punto definito.

I tubi DN 1800mm, forniti da Amiblu Italia S.r.l. sono prodotti con sistema di avvolgimento, utilizzano giunzioni a manicotto e presentano un diametro interno di 1.784 mm e una pressione nominale PN6, SDR 5000 N/mm.

Questi sono stati dimensionati mediante un calcolo statico secondo la norma DWA-A 143-2, la quale ha mostrato ancora una volta che il sistema in PRFV era, in questo caso, la scelta più adatta dal momento che non esistono ad oggi sul mercato liner a pressione certificati per dimensioni così elevate.

Lo stato di danno considerato nel calcolo è stato quello di classe III ovvero nuova tubazione completamente strutturale senza considerare in nessun modo per i carichi esterni (terreno, acqua e carico dinamico) il supporto della condotta esistente.

Oltre ai calcoli statici per dimensionare i tubi in PRFV è stata anche calcolata la quantità di malta necessaria per riempire l’intercapedine tra condotta esistente e nuova tubazione.

Calcolo fondamentale per la corretta riuscita del risanamento perché sulla base di questo è stato studiato un piano di iniezioni per fasi, con diverse tempistiche, al fine di poter riempire, tutto lo spazio senza creazione di vuoti, punti deboli, e senza che il tubo in PRFV subisse delle deformazioni dovute alla pressione di iniezione esterna e quindi delle ovalizzazioni o fenomeni di galleggiamento.

Stralcio del piano delle iniezioni dell’intercapedine

Infine, l’altezza dell’estradosso inferiore della condotta risultava essere sotto quota di acqua di falda per cui questa, durante tutte le lavorazioni, è stata gestita nei singoli scavi mediante l’utilizzo di pompe sommerse di capacità circa 60 l/s.

Una volta terminate tutte le installazioni dei tubi in PRFV, sono stati montati dei manicotti in acciaio e sono state effettuate tutte le laminature con l’applicazione di resina al fine di poter garantire la tenuta idraulica di tutti quei punti di giunzione dove le angolature dovute al tracciato della condotta esistente e quindi anche ai punti di scavo superavano i valori massimi indicati dal produttore dei tubi in vetroresina.

Conclusi i lavori sopra descritti, sono state effettuate le iniezioni di malta tra lo spazio rimanente compreso tra la vecchia tubazione e la nuova, con lo scopo di bloccare quest’ultima all’interno della condotta esistente.
 

Tubazioni in PRFV installate all’interno di uno scavo dopo il montaggio dei manicotti esterni in acciaio

Come ultimo passo è stata effettuata una prova di tenuta, secondo norma UNI EN 805, che ha dato esito positivo.

La nuova condotta idroelettrica è stata messa in servizio il 9 settembre dopo solo 4 mesi di lavori, con grande soddisfazione sia da parte dell’azienda elettrica che dell’esecutrice Rotech Srl.

 

Risultato finale della condotta risanata

 

La scelta del No Dig, in questo caso, con l’inserimento di tubi in PRFV, si è dimostrata la soluzione migliore che garantisce un risanamento di qualità associato a tempistiche brevi e di conseguenza ad un impatto sull’ambiente e sulla produttività della Stazione Appaltante decisamente ridotti rispetto a quelli che il sistema tradizionale, con scavi, in questa situazione, avrebbero comportato.

Ing. Federica Fuselli

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