In Italia tutto è cominciato nel 2016 con il Gruppo Hera, che ha sperimentato la tecnologia satellitare brevettata dalla start up israeliana Utilis per verificare le perdite idriche sulla rete di Ferrara. I buoni risultati ottenuti convinsero la multiutility emiliana ad adottare questo sistema per prelocalizzare le perdite lungo tutti gli oltre 27.000 km gestiti della propria rete.
Al Gruppo Hera si sono via via aggiunte le principali water utilities italiane, grazie anche all’attività sviluppata 2f Water Venture srl, diventata nel frattempo partner e distributore esclusivo di Utilis per il mercato italiano. Nel 2017 e nei primi mesi del 2018 hanno utilizzato con successo questa tecnologia: SMAT Torino, Metropolitana Milanese, Gruppo CAP, Padania Acque, Tea Acque Mantova, Ingegnerie Toscane, Piave Servizi, AcegasAPSAMGA Padova e Trieste, Acque Bresciane.
La tecnologia adottata da Utilis prevede 4 passaggi
Nel primo si acquisisce l’immagine grezza proveniente da un satellite a 637 km dalla terra con l’utilizzo della tecnologia radar in base all’area di interesse fornita dal cliente.
Nel secondo Utilis seleziona le immagini grezze e le prepara per l’analisi algoritmica eliminando i disturbi (causati da edifici, vegetazione e sistemi idrici in genere) grazie all’utilizzo di particolari filtri.
Utlis utilizza quindi l’analisi algoritmica avanzata per “marcare ed enfatizzare” la presenza di acqua potabile sul terreno in prossimità delle tubazioni dell’acquedotto.
Infine c’è la fase di consegna al cliente di supporti GIS e schede monografiche, in cui sono evidenziate le perdite sospette con colori diversi in funzione della gravità.
Didascalia: Sequenza di attività per il rilevamento satellitare delle perdite degli acquedotti
L’attività di verifica sul campo
Ottenuti i risultati della prelocalizzazione perdite forniti da Utilis entra in campo la squadra dei geofoni che, nel caso di Acque Bresciane, in soli 26 giorni ha verificato tutte le 88 perdite sospette trovate lungo i 701 km della rete idrica gestita.