Il tema della gestione dell’acqua coinvolge una molteplicità di soggetti che, a vario titolo, possono e devono dare il proprio contributo alla riduzione degli sprechi, implementando tecniche per il risparmio dell’acqua e dell’energia a essa associata. Partendo da una panoramica generale sull’ammontare dei prelievi e dei consumi di acqua a livello italiano, europeo e mondiale, la ricerca condotta dal Prof. Toletti del Politecnico di Milano si è focalizzata sull’analisi dei prelievi, dei consumi e degli sprechi di acqua nel contesto italiano ed europeo.
Con prelievi più che triplicati in 60 anni (1950-2010), il primo settore di consumo di acqua a livello europeo è quello industriale (50%), seguito a pari passo da quello civile e da quello agricolo (entrambi al 25%). L’acqua, in Italia, rimane una risorsa usata in modo inefficiente, con circa il 20% di dispersione (quando il potenziale teorico di efficientamento dovrebbe essere al 10% di perdite), e soprattutto molto complessa da utilizzare e poco remunerata, quindi poco conveniente per eventuali investimenti.
In quest’ottica, sono state anche analizzate le principali novità introdotte dalle normative vigenti in materia di risorse idriche nel Paese, come ad esempio gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), che sono 92 in totale, dei quali 53 al Nord, e di cui i primi dieci in ordine di grandezza servono il 50% della popolazione totale italiana (pari a circa 30 milioni di abitanti).
In seguito, la ricerca del Prof. Toletti ha evidenziato il livello degli investimenti attualmente in essere, pari a circa un miliardo di euro all’anno negli ultimi 15 anni, investito soprattutto nel servizio idrico integrato e nell’acquedotto.
In conclusione, l’indagine di Toletti afferma che il potenziale teorico di efficientamento di cui sopra, ovvero il 10% di dispersione idrica, è un’obiettivo raggiungibile se si prende solamente in considerazione l’aumento degli investimenti negli ultimi anni, ma potrebbe non esserlo qualora non venisse modificato il modo in cui questi investimenti vengono utilizzati e implementati dagli operatori del settore.
In seguito, nel corso della prima tavola rotonda con le imprese partner del convegno, tra le quali figuravano Acea ATO 2, APCE, EGO e Grundfos Pompe Italia, ciascun relatore delle aziende partecipanti ha riportato alcuni esempi concreti di utilizzo di acqua da parte dei soggetti industriali, al fine di minimizzare i reflui nei processi e nelle fasi di processo water-intensive.
In particolare, l’Ing. Alessia Delle Site ha messo in luce l’adozione negli ultimi anni, da parte di Acea ATO 2, di strumenti avanzati per la gestione dell’acqua, di un sistema informativo centralizzato e di tecnologie mobili per l’attività di campo, con conseguenze positive per quanto concerne la razionalizzazione del tempo di intervento e il servizio offerto ai clienti. In ultima battuta, Delle Site ha sottolineato l’importanza per Acea ATO 2 della formazione del personale e degli investimenti previsti da qui al 2022, dell’ordine di un miliardo e 200 milioni di euro, per interventi di efficientamento.
Olivia Cicala, Energy Manager di Acea ATO 2, ha invece integrato il contributo della collega con ulteriori esempi di sistemi di contenimento dei consumi energetici, come impianti di aerazione più efficienti, interventi di sistema quali lo smart metering e il pressure management e, soprattutto, il potenziamento dei sistemi di telecontrollo, che riveste un ruolo fondamentale.
Infine, l’Ing. Vincenzo Mauro Cannizzo, Presidente di APCE (Associazione per la Protezione dalle Corrosioni Elettrolitiche), ha focalizzato il suo intervento sulla poca cultura, in Italia, in materia di prevenzione per quanto concerne perdite e corrosioni. Secondo la sua esperienza, è importante, ma non sufficiente, affinare le tecniche di ricerca, in quanto si dovrebbe anche avere una visione a lungo termine e maggiore coraggio nell’incentivazione ad ampio spettro (e non, come accade oggi, a spot) di tecniche per la prevenzione delle perdite stesse.
Successivamente, durante l’intervento del Prof. Chiaroni del Politecnico di Milano, sono stati descritti e mappati i principali settori industriali italiani per consumo di acqua, con particolare riferimento alle preminenti tipologie di utilizzo dell’acqua e alle possibili fonti di approvvigionamento. Per ciascun settore industriale, sono anche state indicate le tecnologie associate agli utilizzi di acqua precedentemente descritti, con relativo grado di utilizzo e maturità delle tecnologie water-intensive. Sulla base di tale quadro, per ogni ambito mappato, è stata altresì presentata un’analisi delle opportunità di efficientamento idrico ed energetico, con la relativa valutazione della convenienza economica. Nello specifico, le tecnologie a più alto consumo d’acqua, quali il sistema di raffreddamento dei macchinari e i motori elettrici datati, potrebbero essere sostituite, rispettivamente, con sistemi di raffreddamento alimentati ad aria e con motori elettrici più efficienti di ultima generazione, con una riduzione totale del consumo idrico pari al 47% e un risparmio calcolato in oltre 200 milioni di metri cubi e tre miliardi di kWh annui per i primi 5 anni. Tuttavia, anche secondo Chiaroni, il costo basso della risorsa idrica potrebbe scoraggiare gli investimenti, per via dello scarso ritorno economico, soprattutto qualora dovesse confermarsi nei prossimi anni, come probabile, uno scenario di tipo conservativo, ovvero dove il costo dell’acqua cresce, ma di poco (nell’ordine di un euro al metro cubo).
In conclusione, nel corso della seconda tavola rotonda con le aziende partner, è stato messo in luce il potenziale di mercato teorico del Water Management, sia a livello di rete idrica che, in alcuni casi, di accoppiamento Industria-Tecnologia-Processo.
In particolare, Edoardo Bonetti, Project Manager di Grundfos Pompe Italia, ha evidenziato come la sua impresa faccia della sostenibilità idrica la sua mission principale, tramite un duplice approccio pratico, sia di prodotto fornito, che di servizio erogato al cliente.
In sintesi, riconosciuta l’estrema attualità del tema del Water Management, tutti gli attori coinvolti convengono sul fatto che sarà opportuno, da un lato, monitorare lo stato di avanzamento degli interventi descritti nel Report, estendendo, dall’altro lato, l’analisi alle due attività del ciclo idrico integrato relative, ovvero fognatura e depurazione, le quali non sono state approfondite nel rapporto, che si è invece concentrato sull’analisi del sistema acquedottistico di distribuzione. Inoltre, dovrà essere analizzato più nel dettaglio il settore della produzione di energia che, pur non approvvigionandosi da acqua dolce in modo significativo, nondimeno utilizza ingenti quantità di acque salate (impianti Oil&Gas). In tale ambito, infatti, ci sono sicuramente notevoli possibilità di intervento sull’utilizzo e sul consumo di acque e, più in generale, sull’efficientamento idrico ed energetico.