Alberto Trotta, Michele Giglioni – ACEA ATO2
Luca Falcomer – Idrostudi
Il processo di distrettualizzazione della rete idrica di distribuzione e la sua conseguente ingegnerizzazione, hanno permesso negli ultimi anni una misura, sempre più capillare, dei livelli di servizio.
Grazie ad una costellazione di oltre 2.500 sensori dedicati alla rilevazione dei parametri idraulici di esercizio, oggi si ha la possibilità di controllare i carichi piezometrici e le pressioni di rete effettive e conseguentemente individuare, su tutto il territorio gestito da ACEA ATO2 SpA, zone con livelli residui ottimizzabili.
L’attività di pressure management condotta sull’ambito metropolitano di Roma in particolare, sebbene ha considerato quale driver principale l’ottimizzazione della pressione di esercizio, ha comunque avuto un approccio trasversale per rispondere ad un’esigenza contrapposta ovvero il livello minimo di servizio da garantire all’utenza.
Questo aspetto introduce un parametro di complessità ulteriore, se si considerano le tante utenze sensibili presenti nella Capitale. In quest’ottica, il lavoro presentato, mostra da un lato la soluzione tecnologica individuata, ovvero la definizione di uno standard di “nodo di regolazione”, che facendo ricorso alle più avanzate tecnologie è in grado operare nel tempo la più corretta ottimizzazione della pressione sul distretto, analizzando valori di pressione nei punti critici e contestualmente monitorando i consumi, così da intercettare le richieste della rete ed adattare la regolazione alle specifiche necessità. La ricerca continua di innovazione è una prerogativa dell’Azienda e nel caso specifico la creazione di “valore sostenibile” ha avuto un impatto importante sul contenimento delle perdite fisiche, risultando quindi un fattore determinante e concretamente evidente nei risultati operativi e di gestione.