22/05/2025
Servizi a Rete

Quale futuro per il mondo del servizio idrico?

Dal magazine - edizione marzo/aprile 2025

Gestione delle risorse idriche: sfide, soluzioni e opportunità di finanziamento

La scarsità d’acqua e lo stress idrico sono in aumento, spinti da urbanizzazione, industrializzazione e crescita della domanda di risorse alimentari ed energetiche, soprattutto nelle economie emergenti, dove le infrastrutture sono meno resilienti. Il cambiamento climatico accentua il problema, con eventi estremi e alterazioni della stagionalità delle piogge che aggravano gli effetti dell’antropizzazione. Questo scenario richiede interventi per la sicurezza della filiera idrica, una revisione normativa e un maggiore impegno nella gestione e nel finanziamento del servizio. A livello globale, per ridurre e mitigare le problematiche rispetto alle risorse idriche, l’ONU attraverso l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n.6 (SDG6) punta a garantire a tutti l’accesso all’acqua e a strutture igienico-sanitarie sostenibili. Per centrare l’obiettivo entro il 2030, serviranno investimenti per miliardi di dollari, destinati a tecnologie avanzate, pratiche idriche efficienti e politiche di tutela delle risorse. Con risorse pubbliche insufficienti, il contributo del settore privato sarà decisivo per accelerare la realizzazione delle infrastrutture necessarie.  Questa esigenza pertanto ha favorito, negli ultimi anni, lo sviluppo di strumenti finanziari innovativi nell’ambito della finanza sostenibile, con l’emissione ad esempio di obbligazioni e prodotti mirati al supporto di progetti ambientali e sociali. Proprio per rispondere al punto SDG6, sono stati creati ad esempio i Blue Peace Bonds che finanziano progetti per la gestione e la conservazione sostenibile delle risorse idriche. In ambito nazionale ed europeo, abbiamo visto un crescente aumento delle modalità di finanziamento della risorsa idrica (partendo dal PNRR, che oggi conta un finanziamento di circa 4 miliardi ad esaurimento con l’anno 2026), oltre al crescente utilizzo di fondi derivanti dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), di cui il nostro paese è il maggior beneficiario per quanto concerne il gestore del servizio idrico integrato.

Punto 6 dell’agenda 2030 (ONU)

Lo sviluppo normativo e gli investimenti nella resilienza delle risorse in Italia

Il trend mondiale trova riscontro anche in Italia attraverso una sempre più crescente attenzione nei confronti degli strumenti di controllo e gestione delle risorse idriche, andando ad incanalare effettive esigenze di gestione (vedi le acque meteoriche) e quindi di finanziamento specifico. Gli ultimi aggiornamenti normativi, infatti, rappresentano una nuova leva agli investimenti per le opere funzionali allo stoccaggio ed accumulo della riserva idrica, come la realizzazione di nuovi invasi o l’incremento della capacità di quelli già esistenti, per infrastrutture dedicate al riuso delle acque reflue e una gestione adeguata delle acque meteoriche. Al fine di tenere sotto controllo la resilienza del sistema di approvvigionamento è stato introdotto dal 1° gennaio 2024 il macro-indicatore M0 “uno standard generale finalizzato alla mitigazione delle criticità legate al Climate Change”, il quale monitora quanto il sistema di gestione idrica sarà in grado di prevedere e di soddisfare le esigenze di acqua in un determinato territorio, anche alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici. La ricognizione sullo stato delle infrastrutture, utile per definire il valore di questo parametro, e la successiva individuazione degli obiettivi di miglioramento rappresentano un valido strumento nella pianificazione degli interventi e per fissare ogni anno i relativi obiettivi di mantenimento o miglioramento della disponibilità idrica. Una delle risposte a livello normativo è il Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali per la Sicurezza del Settore Idrico (PNIISSI) che raccoglie tante iniziative di investimento in campo idrico, potabile e irriguo, sia in termini di nuove infrastrutture sia di salvaguardia del patrimonio esistente, con una visione a medio-lungo termine, prevedendo l’erogazione di risorse fino al 2030 per progetti relativi ad adduttrici, acquedotti, derivazioni e invasi per un totale di oltre 12 miliardi di euro. In accordo con quanto osservato, nella delibera ARERA “442/2023/R/IDR” sempre in tema di “mitigazione degli effetti legate al Climate Change” si aggiunge che “un appropriato sviluppo del citato indicatore afferente la resilienza idrica non può prescindere da ulteriori informazioni relative, per un verso, ad una accurata descrizione dei sistemi di approvvigionamento relativi al servizio idrico integrato e, per un altro, alle possibili interferenze con il convogliamento delle acque meteoriche e di riuso”. Si nota infatti che un aspetto fondamentale è la facoltà di ampliamento, a fini tariffari, del perimetro del servizio idrico al drenaggio urbano, includendo fognature bianche e caditoie stradali, con il riconoscimento dei costi operativi e di capitale nella tariffa del SII. ARERA rende così ancora più importante il ruolo del gestore del Servizio Idrico Integrato (SII) che diventa il responsabile della gestione complessiva, senza alcuna esclusione, delle risorse idriche consentendo un maggiore controllo sulla qualità del servizio, con particolare attenzione alle interazioni tra i segmenti di fognatura e depurazione, soprattutto in caso di eventi climatici avversi. Inoltre, garantirà l’efficienza dal punto di vista dei costi.

Esempio semplificato delle modalità di Paternariato Pubblico Privato

Il ruolo cruciale del settore privato: partner nel processo decisionale e i Partenariati Pubblico-Privati (PPP)

L’attuale quadro normativo spinge di fatto il gestore idrico integrato a mantenere un alto livello tecnico e tecnologico del proprio servizio, imponendo dapprima la necessità di pianificare con anticipo investimenti e azioni a carattere industriale rispetto alla gestione della risorsa (CAPEX ed OPEX). In questo contesto, il ruolo del settore privato risulta dapprima un partner ingegneristico fondamentale nell’apparato decisionale rispetto alla pianificazione e l’innovazione dei sistemi gestionali e di controllo, e, in secondo luogo, anche come possibile co-finanziatore di opere pubbliche attraverso, ad esempio, modalità di finanziamento con l’istituto del Partenariato Pubblico Privato. Le società di ingegneria per l’appunto sono fondamentali non solo nel supporto alla progettazione e direzione dei lavori di opere del settore idrico, ma forniscono competenze cruciali per affrontare le sfide legate alla gestione delle risorse idriche come la digitalizzazione dei sistemi a rete, la riduzione ed il controllo delle perdite (vedi appalti PNRR nello specifico), lo studio di sistemi di drenaggio complessi oltre alla progettazione di grandi opere. Nello specifico, risulta un supporto essenziale la capacità di analisi dello stato attuale e la successiva pianificazione, attraverso studi idraulici basati su modellazione matematica e monitoraggi (sia in ambito acquedottistico, di drenaggio nonché fluviale), restituendo come output programmi di interventi corredati da indicazioni di costo e priorità di realizzazione, che permettono di generare piani di investimento basati su aspetti scientifici e innovativi, grazie alla forte innovazione che il settore sta vivendo negli ultimi anni. Non ultimo, le società private nel mondo dell’ingegneria idraulica, sono anche collettore di approcci innovativi rispetto a valutazioni idrauliche specifiche (nell’ambito, ad esempio, del collettamento o laminazione), attraverso approcci quali Nature-Based Solution (NBS) e sustainable Urban Drainage Systems (SUDS), che, integrati ad approcci tradizionali, possono offrire soluzioni sostenibili, oltre a garantire de-impermeabilizzazione e possibilità di riuso. Oltre che dal punto di vista tecnico, il settore privato può diventare uno strumento fondamentale per l’investimento nell’ambito del settore idrico. Il Partenariato Pubblico-Privato (PPP) si sta affermando come uno strumento essenziale per rispondere alle esigenze infrastrutturali del settore della gestione della risorsa idrica in ambito europeo, che può essere traslato con altrettanta efficacia anche in ambito italiano. Il coinvolgimento di capitali privati può colmare la lacuna rispetto alla necessità di investimento (circa 6 miliardi all’anno contro una disponibilità di meno di 5 miliardi), consentendo una più rapida implementazione delle opere necessarie senza gravare esclusivamente sui fondi pubblici. Uno dei modelli più efficaci per attrarre investimenti privati è la finanza di progetto, che affida la realizzazione e gestione delle infrastrutture a soggetti privati, i quali recuperano il capitale investito attraverso la gestione stessa del servizio. I PPP possono essere adattati a vari contesti e ambiti di progetto, che possono variare dalla costruzione di vasche volano, agli impianti di depurazione, entrambi associati a fonti di energia rinnovabile come gli impianti fotovoltaici, fino al riammodernamento di infrastrutture vetuste. In sintesi, il settore privato svolge attualmente un ruolo fondamentale nell’ambito delle competenze ingegneristiche e tecniche attraverso la sinergia con i gestori idrici, e nello stesso tempo può essere anche un supporto economico-finanziario attraverso il suo coinvolgimento con strumenti quali il Partenariato Pubblico Privato: la collaborazione tra pubblico e privato, insieme all’innovazione tecnologica, può garantire una gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDG (ONU)
Andamento degli investimenti in euro pro capite (fonti Istat, Ambrosetti)

Ti potrebbero interessare anche

Ricevi le nostre ultime news

Iscriviti alla nostra newsletter

Richiedi abbonamento

Compila i campi per richiedere il tuo abbonamento alla rivista Servizi a Rete