Il nome è Umbria resiliente e vale ben 151 milioni di euro. Si tratta del nuovo Piano strategico per la rete idrica appena varato dall’Autorità Umbra per Rifiuti e Idrico (AURI). Il documento contiene gli interventi da mettere in campo per prevenire e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ciò avverrà attraverso il rinnovamento o la realizzazione di infrastrutture utili a ottimizzare la gestione e la tutela della risorsa idrica.
Un lavoro di squadra
Interventi individuati grazie al coordinamento di Regione Umbria con i tre gestori del servizio idrico:
I gestori permetteranno all’intera regione di diventare autonoma per ciò che riguarda l’approvvigionamento idrico. Un lavoro di squadra virtuoso che ha permesso di sviluppare gli otto grandi progetti previsti dal documento, già approvato a livello nazionale.
I due principali prevedono il collegamento con i due grandi invasi del Chiascio e di Montedoglio, in modo da poter rifornire gli schemi acquedottistici di tutti e tre i gestori, sia in condizioni ordinarie sia in periodi di crisi.
Due grandi progetti
Più in dettaglio, il primo di tali progetti, del valore di 48 milioni di euro, permetterà l’interconnessione della diga del Chiascio con il sistema acquedottistico Perugino-Trasimeno. L’intervento comprende anche la realizzazione della dorsale dal sistema perugino (Chiascio) ai sistemi acquedottistici folignate, folignate-spoletino e ternano, e un sostegno ai campi pozzi in Valnerina. Verrà inoltre realizzato un nuovo potabilizzatore e installati 91 chilometri di nuove condotte.
Il secondo grande progetto ha invece un valore di 35 milioni di euro e riguarda l’interconnessione del sistema Montedoglio con il sistema lago Trasimeno, e di quest’ultimo con i comuni di Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Fabro e Parrano. In questo caso, verrà ampliato il potabilizzatore e posati 65 chilometri di nuove condotte.
Le altre opere
Fanno da contorno a queste grandi opere tutta una serie di altri progetti, non meno rilevanti. Come la realizzazione del sistema acquedottistico Alto Chiascio, alla quale è stata dedicata una spesa di 24 milioni di euro. Il completamento del sistema Ternano-Amerino, del valore di 15 milioni, e l’interconnessione del sistema Argentina-Monti Martani, per altri 10 milioni. Ancora, è stato previsto il completamento del sistema Orvietano, con una spesa di 10 milioni di euro, del sistema Nursino, per un costo di 6 milioni di euro, e la realizzazione dell’interconnessione Calvi-Otricoli, con un investimento di 3 milioni di euro.
Interconnettere gli acquedotti per superare le crisi idriche
La realizzazione delle interconnessioni permetterà di superare le crisi idriche, trasferendo portate da un sistema all’altro. Il tutto, in più, con grande attenzione alla sostenibilità, in quanto altro obiettivo del piano è la riduzione e poi l’eliminazione della captazione tramite pozzi.
A permettere il dispiego dell’imponente mole di opere l’aggiornamento del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che permetteranno di avere finanziamenti diretti e quindi di partire più velocemente con i lavori. In particolare, i progetti finanziati dal PNRR saranno i primi a prendere il via e dovranno essere rendicontati entro il 2026. Tra questi il primo stralcio, da 18 milioni di euro, del collegamento della diga del Chiascio all’acquedotto Perugino-Trasimeno. Il progetto è stato già portato in Conferenza Stato-Regioni e dovrebbe diventare operativo nei primi mesi del prossimo anno.