Stanno per terminare i disagi per una buona parte dei cittadini veneti delle province di Verona, Vicenza e Padova colpiti dall’emergenza PFAS. A breve potranno beneficiare, e in abbondanza, di acqua “nuova”, pura, sicura, senza rischio di contaminazione legata alla presenza dei composti perfluoroalchilici che hanno contaminato le vecchie fonti di approvvigionamento. Acque Veronesi ha infatti concluso i lavori del nuovo campo pozzi e del nuovo acquedotto anti PAFAS. Un intervento, del costo di 24,2 milioni di euro, che rientra nel piano di opere messo in campo dal Commissario Straordinario per l’Emergenza PFAS nella regione, Nicola Dell’Acqua.
Le nuove opere
Il nuovo campo pozzi è stato realizzato in località Bova, nel comune di Belfiore, in provincia di Verona. Insieme, è stato realizzato anche un nuovo acquedotto. Questo collega il campo alla centrale idrica che sorge a Madonna di Lonigo e si estende per 18 chilometri. L’acquedotto è composto da tubazioni con diametro nominale in parte da 1000 mm e in parte da 600 mm.
Il nuovo sistema idrico assicurerà l’approvvigionamento di diversi comuni delle tre province, garantendo un apporto di 250 litri di acqua pura al secondo.
Lavori avanti nonostante la pandemia
Si tratta di un’opera importante, sia perché strategica per il superamento dell’emergenza sia perché realizzata nonostante le tante difficoltà legate allo scoppio della nuova emergenza: quella sanitaria determinata dalla pandemia da Covid-19. I lavori hanno infatti preso il via nella primavera del 2019 e sono andati avanti, senza interruzione, anche nella fase più critica dell’emergenza, grazie all’impegno e alla professionalità delle squadre di Acque Veronesi.
Lo spegnimento dei pozzi contaminati
L’entrata in esercizio del nuovo sistema è prevista a breve. Al momento i tecnici del gestore idrico della provincia di Verona, stanno ultimando le operazioni di igienizzazione delle nuove condotte. Con l’attivazione del nuovo sistema verrà avviata la fase di graduale spegnimento dei pozzi contaminati da uno dei più gravi eventi di inquinamento delle acque superficiali del nostro Paese e non solo.
Resterà comunque operativo l’impianto di filtraggio presente nella centrale di Madonna di Lonigo. Il suo funzionamento trarrà notevoli benefici dall’attivazione dei nuovi pozzi. Infatti, grazie al ridimensionamento, sarà minore l’acqua da trattare. Ulteriori vantaggi saranno presente anche per quanto riguarda il profilo dei costi economici.
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