Da sempre nel nostro Paese i servizi idrici urbani (UWCS) sono stati gestiti dai Comuni, e ciò, in assenza di criteri chiari, ha prodotto inefficienza delle reti e, quindi, dell’intero settore idrico. La legge Galli del ‘94 ha introdotto il concetto di Sistema Idrico Integrato (SII) e promosso la costituzione di società pubblico-private, incaricate di gestire i servizi idrici con criteri di efficacia, efficienza ed economicità, e un organismo di controllo incaricato di quantificare la tariffa e di sovraintendere alla programmazione degli interventi strutturali. Le direttive 60/CE/2000 e 60/CE/2006 hanno introdotto l’unicità del “distretto” idrografico per “sviluppare ulteriormente i principi e le strutture generali idonei a garantire la protezione e un utilizzo sostenibile delle acque”, attraverso il confronto continuo con i portatori di interesse (stakeholders) presenti sul territorio. A questi principi si ispira il processo di costruzione delle roadmap del progetto TRUST (Transitions to the Urban Water Services of Tomorrow, finanziato dalla UE nell’ambito del VII Programma Quadro), cui partecipano il Gruppo IREN e l’Università di Bologna. Questo processo comprende 4 fasi:
• formazione del quadro conoscitivo dell’UWCS (Urban water cycle services) e determinazione degli obiettivi di sostenibilità (scoping)
• “proiezione” nel futuro dell’UWCS e delle pressioni agenti su di esso (forecasting)
• individuazione degli interventi utili a raggiungere gli obiettivi prefissati (back-casting)
• creazione di una o più roadmap (transfer).
Tutte le fasi prevedono il confronto con gli stakeholders, per convogliare le loro esigenze nella roadmap. L’applicazione del processo all’UWCS di Reggio Emilia ha visto la costituzione di un gruppo di lavoro formato da un core group e da alcuni “attori” operanti nel settore delle risorse idriche a livello regionale. Il core group, composto da ricercatori e da tecnici, ha svolto il lavoro di analisi preliminare e ha proposto agli stakeholders alcune ipotesi di roadmap. Infine, dall’esame congiunto di tutto il gruppo di lavoro è emersa la roadmap definitiva.
Nel caso di Reggio Emilia la roadmap è stata “costruita” sulla base dei risultati degli strumenti di analisi sviluppati in TRUST:
• il SAT che valuta le prestazioni del sistema a grande scala
• il City Profile che fornisce la rappresentazione dettagliata del funzionamento del SII attraverso indicatori
• le Blueprint che valutano le prestazioni del SII attraverso 24 indicatori di sostenibilità.
Dall’analisi condotta emerge che gli obiettivi più rilevanti da raggiungere riguardano:
a) la riduzione dell’impiego dei campi pozzi che alimentano la città a salvaguardia della risorsa idrica disponibile;
b) il miglioramento dell’affidabilità del sistema di adduzione.
Nella roadmap prescelta si prevede di introdurre una condotta di adduzione, a supporto di quella esistente, e di riutilizzare l’acqua dell’impianto di depurazione per uso agricolo e per uso non potabile. Infine, per mitigare l’impatto sui corpi idrici riceventi si propone di migliore la gestione degli scaricatori di piena. La roadmap individuata si articola in più fasi da realizzare in circa 20 anni. Il raddoppio della condotta di adduzione è previsto in 2-3 anni; mentre il riuso delle acque del depuratore di Mancasale per scopi agricoli e per il verde pubblico è previsto in 10-15 anni. Infine il riuso delle acque di Mancasale per scopi industriali, attraverso la predisposizione di una rete duale, è previsto nei prossimi 20 anni.
L’efficacia degli interventi proposti, in termini di sostenibilità e sul lungo periodo, sarà valutata attraverso gli strumenti tecnici, procedurali e modellistici resi disponibili da TRUST.
di V. Di Federico, T. Liserra – DICAM, Università degli Studi di Bologna
R. Bertozzi, F. Ferretti, C. Ziveri – Gruppo IREN
Questo abstract fa parte di una serie di interventi tecnici che verranno presentati durante il Convegno “Università e mondo dell’industria: collaborazione e trasferimento tecnologico” – H2O Bologna 22/24 ottobre.
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