Oltre 36 milioni di euro per fermare gli sversamenti in mare tra Ancona e Falconara


Più di 36 milioni di euro: a tanto ammonta la spesa ipotizzata per contrastare il fenomeno degli sversamenti fognari in mare tra Ancona e Falconara. A metterlo nero su bianco l’Università Politecnica delle Marche, che ha realizzato il progetto che prevede la costruzione di una serie di vasche di raccolta delle acque piovane nell’area del quartiere Collemarino ad Ancona, opere analoghe a mezza costa a Falconara, la bonifica ed eliminazione delle acque nere dai fossi Manarini e della Palombina, sempre ad Ancona, e la costruzione di un collettore fognario che porterà le acque da Falconara Alta direttamente al depuratore Vallechiara. Progetto recepito dai consigli comunali delle due città, ma che ci vorrà un po’ prima che si traduca in realtà: occorre un altro anno per completare la progettazione dei vari interventi per poi procedere con le gare d’appalto, mentre la realizzazione delle opere richiederà in totale circa 6-7 anni. A patto però di trovare i fondi necessari. E qui iniziano i problemi. L’insieme degli interventi potrebbe essere considerato un’unica opera da realizzare a stralci e da includere nel Piano degli investimenti del servizio idrico integrato, gestito dall’Aato. Va però modificato il Piano stesso, attraverso il voto di maggioranza dell’assemblea composta dai 45 Comuni della provincia di Ancona. Ed è questa la difficoltà: Ancona e Falconara, pur popolose, non hanno la maggioranza da sole e devono convincere gli altri Comuni ad aumentare di circa 6 milioni l’anno, per gli anni ipotizzati per la consegna definitiva, la voce investimenti che già segna in media 15/20 milioni l’anno per tutta la Provincia. È vero anche che il collettore esistente, e che produce effetti negativi su Ancona e Falconara, serve anche i comuni di Chiaravalle, Montemarciano e Camerata Picena e quindi senza un contributo solidale di tutti i Comuni, anche i più piccoli non potrebbero sostenere da soli interventi nei loro territori. Considerazione che dovrebbe spingere a fare squadra su una proposta che per flessibilità di intervento e spesa, inferiore a quella della altre proposte, è parsa la migliore.

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