C’è voluto più di un anno, ma alla fine anche la Calabria ha la sua Autorità idrica (Aic), l’organismo con funzioni direttive di controllo dell’intero servizio idrico integrato. L’Aic prenderà il posto delle 5 Ato (Ato Catanzaro, Ato Crotone, Ato Cosenza, Ato Reggio Calabria e Ato Vibo Valentiae) e si occuperà di sovrintendere tutto il sistema idrico, depurazione compresa. Un settore amplissimo, che può consentire economie di scala e dare una mano ai comuni a risolvere il problema dei depuratori, che in tutta la regione sono oltre 650, alcuni comunali e altri consortili.
Organismo che ora dovrà diventare operativo. Nominata l’assemblea dei 40 sindaci, il prossimo passaggio consiste nella nomina del direttore generale che, oltre a rappresentare legalmente l’Aic, dovrà provvedere alla sua organizzazione, al suo funzionamento e a dirigere la struttura operativa. Organismi che saranno finanziati dai comuni, con una quota di 0,40 centesimi di euro per ogni abitante.
Il primo importante compito dell’Autorità sarà individuare il soggetto gestore, ovvero il suo braccio operativo. A tale riguardo le ipotesi sono due: procedere con una gara d’appalto per trovare un gestore interamente privato; proseguire con Sorical spa, società il cui capitale azionario è detenuto al 49% da privati e per il 51% da Regione Calabria, che ha una concessione sulla gestione delle reti idriche calabresi. In questa seconda ipotesi, la società dovrebbe diventare tutta pubblica, liquidando gli attuali azionisti privati che hanno già manifestato l’intenzione di lasciare, addirittura facendosi pagare la quota simbolica di un euro per azione. Il problema però è che sulle azioni c’è il diritto di pegno da parte della banca irlandese Depfa bank.