6.984 chilometri di rete di acquedotto, 4.936 di fognatura, 57 impianti di depurazione, 800 dipendenti, fatturato stimato da 232 milioni di euro: il nuovo soggetto industriale in house si configura come uno dei principali player italiani nel settore idrico
È giunto a conclusione il percorso per la creazione del gestore unico del servizio idrico in provincia di Milano: il Gruppo CAP è oggi una realtà, un soggetto industriale che per dimensioni, competenze e capacità d’investimento si configura tra le prime monoutility in Italia nel campo dell’acqua.
Il Gruppo CAP gestirà i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione secondo il modello in house providing, con la società Amiacque come braccio operativo. Concretamente, la fusione per incorporazione di Ianomi, Tam e Tasm in CAP Holding, costruita in questi mesi e conclusa con la firma dell’atto il 22 maggio
2013, ha dato vita a un’azienda unica a capitale interamente pubblico, direttamente partecipata e controllata dai Comuni del territorio.
Il fatturato stimato per il 2012 in base all’aggregazione delle cinque aziende (le quattro aziende di gestione e l’azienda di erogazione Amiacque) è di 232 milioni di euro, e la capitalizzazione è di 567 milioni, pari al doppio di Acquedotto Pugliese e al cinquanta per cento in più rispetto a SMAT Torino, per restare nell’ambito delle public utilities dell’acqua di maggior rilevanza.
“Il gruppo industriale che abbiamo costruito è frutto della volontà espressa dalla Provincia di Milano e dai Comuni del territorio – commenta Alessandro Ramazzotti, presidente di CAP Holding -. Lo scenario che si è
sviluppato in Italia dopo l’esito referendario del 2011 e le ultime indicazioni dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) ci hanno incoraggiato ulteriormente in questa direzione, che traduce gli indirizzi
ricevuti dagli Enti Locali in una risposta industriale, per sfruttare i vantaggi derivanti dalle economie di scala e generare valore aggiunto per il territorio e gli utenti”. “L’obiettivo è assicurare la gestione manageriale del servizio idrico, attraverso lo strumento della società di capitale ma interamente pubblica, così da conciliare la snellezza propria di un soggetto organizzato secondo
un modello privatistico con i limiti propri del modello in house – spiega il direttore generale Michele Falcone -. Questa aggregazione punta a garantire la natura pubblica della risorsa idrica e della sua gestione,
e permette un integrale utilizzo delle risorse economiche derivanti dalla tariffa a favore dei soli interessi dei proprietari del capitale sociale (Comuni e Province), investendo nella qualità del servizio, nella ricerca e nel
potenziamento degli investimenti”.
Il gruppo conta oltre 800 dipendenti e gestisce l’intero ciclo idrico, composto dai servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, in tutti i 133 comuni della provincia di Milano nonché in numerosi altri comuni in cui le reti sono interconnesse con gli impianti situati nella provincia.
“Il territorio provinciale di Milano – continua Alessandro Ramazzotti – è per sua natura un territorio ricco di risorse e per tradizione ben organizzato per distribuirle, in modo quindi da poter donare acqua a territori
limitrofi (si pensi ai grandi campi pozzi di Trezzo sull’Adda e Pozzuolo Martesana) e da garantire il servizio di depurazione attraverso numerosi impianti”.
Ad oggi, nella sola provincia di Milano, il gruppo gestisce 6984 chilometri di rete di acquedotto, con 57 impianti di depurazione e una rete fognaria di 4936 chilometri.
I quattro gestori CAP Holding, Ianomi, Tam e Tasm hanno aggiudicato lo scorso anno procedure di gara per importi superiori ai 100 milioni di euro, con una proiezione nel triennio che supera i 300 milioni. Appalti che
spaziano dalla trivellazione di pozzi alla costruzione di nuovi impianti di sollevamento, dall’estensione delle reti di acquedotto e fognatura all’adeguamento degli impianti di depurazione, e che includono in particolare una lunga serie di interventi messi in campo per supportare i Comuni e rispondere alla
procedura di infrazione comunitaria 2034/09, che impone entro il 2015 di mettere a norma depuratori e reti fognarie inadeguati al carico di lavoro generato dagli agglomerati urbani. È stato stimato che in tutta la
Lombardia il fabbisogno di investimenti per rispondere alla procedura di infrazione si aggiri sui 600 milioni di euro, dei quali 125 nella provincia di Milano. Un impegno che il nuovo gestore unico è pronto ad assolvere: “Al di là del rischio di una pesante sanzione comunitaria, va sottolineata l’urgenza di un impegno
ambientale imprescindibile – dice Alessandro Ramazzotti -. La grande dimensione industriale e le competenze tecniche del nuovo gestore unico ci garantiscono anche la forza economica necessaria per assumerci l’impegno immediato di risolvere i deficit nei servizi di fognatura e depurazione”.
Le tappe
Il percorso per la nascita del gestore unico era stato avviato dalla Provincia di Milano, con una prima delibera di Giunta il 13 marzo 2012, a cui era seguita la ratifica da parte del Consiglio provinciale il 5 aprile 2012. In seguito, il 3 maggio e l’11 ottobre la Conferenza d’Ambito aveva approvato il progetto di fusione a
larghissima maggioranza dei sindaci presenti.
Tra maggio e luglio, le assemblee dei soci di CAP Holding, Ianomi, Tam e Tasm hanno dato il via libera al progetto di fusione, e in settembre sono diventati operativi i primi Uffici Unici tra le quattro aziende.
Tra il 14 e il 19 dicembre, i Consigli di amministrazione delle quattro aziende hanno approvato il piano dettagliato della fusione, che prevede di arrivare all’aggregazione definitiva di Ianomi, Tam e Tasm in CAP Holding entro maggio 2013, subito dopo l’approvazione dei bilanci d’esercizio 2012.
A febbraio i Comuni hanno approvato il progetto di fusione, lo schema di valorizzazione degli asset e il nuovo statuto nelle quattro assemblee dei soci delle aziende.
Il 22 maggio è stato firmato l’atto di fusione, dando ufficialmente vita al Gruppo CAP dal 1 giugno 2013
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