Si chiama Acquevenete ed è il nuovo gestore del servizio idrico integrato di 110 comuni tra il Polesine e la Bassa padovana, che nel complesso totalizzano un bacino d’utenza di 500.000 persone. La nuova realtà è frutto della fusione di Polesine Acque e Centro veneto servizi (Cvs), operazione realizzata con un percorso durato 3 anni, e sarà operativa a partire dal prossimo primo dicembre. A illustrare i primi obiettivi, il neopresidente Piergiorgio Cortelazzo, ex presidente di Cvs, insieme ad Alessandro Ferlin, ex presidente di Polesine Acque, e i dirigenti delle due aziende. «L’obiettivo più importante è fermare l’aumento delle tariffe, anzi l’idea è di ridurle del 2% – ha spiegato Ferlin – Inoltre, abbiamo previsto un investimento sul territorio di 50 milioni di euro entro il 2020». Investimenti sulle reti che per il prossimo anno ammonteranno in totale a 21 milioni, dei quali 9 destinati al territorio del Polesine e 12 a quello della Bassa padovana. Il numero uno di Acquevenete ha anche confermato che nella nuova realtà sono stati assorbiti tutti e 300 i lavoratori in forza alle due società, rassicurando anche i comuni soci di Polesine Acque che i crediti che vantano verso il precedente gestore saranno restituiti. Al momento, e fino al primo dicembre, data per la quale è fissata la prima assemblea dei 110 comuni soci, il consiglio d’amministrazione della nuova società resta quello di Cvs.