Gianvittore Vaccari – Amministratore Unico di Veneto Acque spa
L’intervento vuole dare una visione da quando nel 2000 è stato approvato il Modello strutturale degli acquedotti del Veneto (MoSAV), analizzando la strategia di allora, la sua attuazione, l’efficacia che ha avuto, si vedrà in particolare l’inquinamento PFAS, e i possibili sviluppi futuri.
La Giunta Regionale del Veneto, con deliberazione n. 1688 del 16.6.2000, ha approvato il Modello strutturale degli acquedotti del Veneto, previsto dall’art. 14 della L.R. 5/1998, al fine di coordinare le azioni delle otto Autorità d’ambito istituite con la legge medesima.
Il Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (MO.S.A.V) individua gli schemi di massima delle principali strutture acquedottistiche necessarie ad assicurare il corretto approvvigionamento idropotabile nell’intero territorio regionale, nonché i criteri e i metodi per la salvaguardia delle risorse idriche, la protezione e la ricarica delle falde.
L’obiettivo prioritario del Modello è la rimozione degli inconvenienti causati dall’eccessiva frammentazione delle attuali strutture acquedottistiche, mediante l’accorpamento massiccio dei piccoli e medi acquedotti, così da ridurre le attuali fonti di approvvigionamento con un risparmio di risorse idropotabili non inferiore al 15%.
Una particolare applicazione del Modello strutturale è stata attuata per la zona del Veneto Centrale comprendente principalmente le province di Vicenza, Padova, Venezia e Rovigo e rappresenta nel contesto generale del MOSAV, lo Schema Acquedottistico del Veneto Centrale (S.A.VE.C).
Lo schema acquedottistico del Veneto Centrale percorre un’area molto vasta interna alle Provincie di Venezia, Padova, Rovigo e Vicenza, ed ha l’obiettivo di servire un bacino di utenti pari a circa 600.000 abitanti che attualmente si approvvigionano dal Po e dall’Adige, con costi di potabilizzazione elevati e con qualità dell’acqua da distribuire relativamente bassa.
Per dare risposta alla sostituzione delle risorse idriche contaminate da PFAS, Veneto Acque S.p.a., sulla base della DGR 385/2017, ha svolto il coordinamento con i Consigli di Bacino e con i Gestori del servizio idrico integrato per l’individuazione degli interventi prioritari necessari per la sostituzione della risorsa idrica contaminata da sostanze perfluoro-alchiliche.
Le soluzioni individuate sono state possibili per l’esistente programmazione di base del MoSAV e l’esecuzione sarà attuata in tempi relativamente ristretti, in relazione alla dimensione importante delle opere, grazie alla avanzata attuazione del modello stesso.
In Futuro Veneto Acque s.p.a. proseguirà la propria mission di garantire ai cittadini piena e sicura disponibilità di un bene indispensabile quale l’acqua potabile, considerando la componente ambientale eco-sostenibile un fattore prioritario anche in relazione ai cambiamenti climatici in atto.