Cambio di proprietà per SGI – Società Gasdotti Italia. Macquarie Infrastructure and Real Assets (MIRA), il più grande gestore di infrastrutture al mondo, attraverso Macquarie European Infrastructure Fund 4, ha accettato la vendita della sua partecipazione dell’azienda, pari al 69,4% del capitale azionario, al fondo canadese Ontario Teachers’ Pension Plan Board.
MIRA aveva acquisito Società Gasdotti Italia nel 2016, in consorzio con Swiss Life. Un’operazione nel complesso del valore di circa 600 milioni di euro che aveva dato nuovo slancio alla crescita della società. La società, secondo operatore italiano nel trasporto gas, gestisce una rete di gasdotti ad alta pressione che si estende nel complesso per 1.700 chilometri e trasporta il gas naturale ai principali centri industriali e urbani della Penisola. Crescita che vede l’azienda impegnata in diverse opere rilevanti, come la realizzazione dei gasdotti San Marco-Recanati e Larino-Chieti e lo sviluppo, insieme a Snam della grande dorsale gas della Sardegna.
Jiri Zrust, senior managing director e head of country coverage di Mira in Europa
«Siamo orgogliosi di aver supportato SGI poiché ha aumentato i suoi investimenti nella sua infrastruttura di rete per garantire la fornitura continua di energia sicura. e affidabile per le comunità di tutta Italia. SGI sta contribuendo a plasmare il futuro delle reti energetiche italiane. Siamo lieti di aver trovato un nuovo proprietario che supervisionerà la fase successiva del suo sviluppo».
E dare continuità alla crescita e fare dell’azienda una protagonista della transizione energetica è infatti anche l’obiettivo del nuovo gruppo proprietario.
Dale Burgess, senior general manager di Ontario Teachers Infrastructure and Natural Resources
«Questo investimento è in linea con la nostra strategia di acquisire le principali risorse di utilità regolamentate che forniscono servizi essenziali e flussi di flusso di cassa altamente prevedibile. Riteniamo che la rete di SGI sia ben posizionata per beneficiare e consentire il passaggio a alternative a basse o zero emissioni di carbonio come l’idrogeno verde e il biometano per sostenere gli sforzi di decarbonizzazione su larga scala in Italia e in Europa».
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