Il gas come combustibile strategico per il processo di transizione energetica europea. Lo certificano anche le scelte della Commissione europea, che nell’ultimo elenco dei Progetti di interesse comune (Pci) per l’energia, che hanno lo scopo di promuovere la sicurezza energetica attraverso le frontiere, ha inserito diverse opere che riguardano le infrastrutture gas. Sono 151 in totale i progetti compresi nella lista, e che possono accedere ai finanziamenti dell’Unione europea, dei quali circa un quarto, ovvero 32, riguardano il gas.
Tra i progetti relativi al gas ci sono, per esempio, i nuovi terminali Gnl in Grecia, Cipro e Polonia, due terminal a Krk in Croazia e Shannon in Irlanda, dove si prevede che sarà importato dagli Stati Uniti il gas naturale prodotto attraverso il metodo del fracking, più altre opere.
Tra le opere di interesse comunitario per la rete di interconnessione energetica europea, ce ne sono anche sei che interessano direttamente la nostra Penisola. Si tratta della Tap (Trans-Adriatic Pipeline) tra Grecia e Italia via Albania e Mare Adriatico; del corridoio per le interconnessioni del gas Nord-Sud tra Malta e Italia con approdo a Gela; il corridoio Nord-Sud per le interconnessioni nell’Europa centrale e del Sud-Est Ungheria-Slovenia-Italia, con approdo a Gorizia; la pipeline di gas Poseidon, che connette Grecia e Italia a Otranto; il rafforzamento delle capacità di trasmissione in Italia che include l’Adriatica Line e il rafforzamento delle capacità Matagiola-Massafra; la Transalpine pipeline (Tal) tra Trieste e Ingolstadt, in Germania.
Scelte che sottolineano ancora una volta la centralità del gas nella transizione tra il carbone e le rinnovabili. Centralità dovuta a diversi vantaggi legati all’impiego del combustibile, a partire dalla sua economicità, per proseguire con l’impronta ambientale inferiore a quella del carbone e del petrolio. Inoltre, molti Paesi europei, tra i quali l’Italia, possono contare su un’infrastruttura gas ben sviluppata, che in futuro potrebbe essere riconvertita per il trasporto di gas a basse emissioni, quali il biometano o l’idrogeno.
E proprio questo, ovvero la sostituzione del gas con l’idrogeno generato da elettrolisi, è il piano della Commissione per il futuro dell’Europa. Intanto si prevede di ampliare l’infrastruttura del gas in modo che sia in grado di garantire l’approvvigionamento energetico durante la transizione. «La rete del gas nell’Unione europea è diventata più solida e, se venissero portati a termine tutti i progetti di interesse comune in corso di attuazione, l’Europa dovrebbe disporre di una rete del gas ben interconnessa e resistente entro l’inizio del 2020», ha reso noto la Commissione in una nota.