Lovero, Tovo e Mazzo guardano al teleriscaldamento

Unire le forze in nome del teleriscaldamento. È quanto hanno deciso di fare tre comuni della Valtellina, Lovero, Tovo e Mazzo per dotarsi di un’infrastruttura di produzione e distribuzione del calore. Per ora solo un’idea, nella quale i primi cittadini delle tre comunità, Annamaria Saligari, Giambattista Pruneri, Franco Saligari, credono molto e che hanno deciso di sottoporre ai loro concittadini.

L’ipotesi sulla quale le amministrazioni stanno ragionando è di realizzare un’unica rete a servizio dei tre comuni. Ad alimentarla una centrale di cogenerazione, quindi che produce anche energia termica ed elettrica, a biomassa legnosa proveniente dai boschi del territorio.

 

Vantaggi economici

Per sostenere il progetto hanno scritto una lettera dove illustrano le ragioni della loro scelta.

Si parte dalla questione economica, con il boom del costo di energia e carburanti che ha dato un forte incentivo a orientare le amministrazioni sull’opzione del teleriscaldamento. Spiegano infatti i tre sindaci di aver accolto con interesse l’invito della FIPER (Federazione Italiana di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) ad aderire al progetto europeo BECOOP. Questo ha come finalità l’avvio di nuove comunità dell’energia a partire dall’uso delle biomasse legnose presenti sul territorio.

Sempre dall’indagine FIPER è emerso poi che, presso i 96 gestori di teleriscaldamento a biomassa legnosa associati, il prezzo del riscaldamento per la stagione invernale 2022-2023 rimarrà nella stragrande maggioranza dei casi stabile. Oppure ci saranno aumenti limitati e comunque non superiori al 5-10% per compensare in particolare l’aumento del prezzo della legna e dell’energia elettrica. Una prospettiva estremamente incoraggiante considerando gli aumenti verificatisi sul gas e quelli previsti durante la stagione invernale, sottolineano.

 

Lo sviluppo di una filiera locale

A tale dato si aggiungono poi altre considerazioni che rendono il progetto ancora più allettante sia sotto il profilo economico sia sociale. Il territorio dei comuni è infatti ricco di boschi, pubblici e privati, che spesso non si riesce a gestire per mancanza di risorse economiche o di tempo. L’avvio di una centrale di teleriscaldamento permetterebbe di stimolare la filiera legno, con i proprietari dei boschi privati che potrebbero diventare fornitori di materia prima e diversificare il loro reddito.

 

Una scelta sostenibile

A rassicurare sulla sostenibilità ambientale della soluzione è l’innovazione tecnologica che mette oggi a disposizione sistemi di abbattimento delle emissioni performanti, che permettono di impiegare la legna a fini energetici senza respirare abbattendo le emissioni. Non a caso, sottolinea la lettera, diversi comuni montani già metanizzati stanno riconvertendo gli impianti a biomassa, come il Comune di Pomaretto e altri comuni delle Valli di Lanzo in Piemonte.

 

Parola ai cittadini

Ovviamente, occorre che in tanti decidano di allacciarsi alla rete, per rendere il progetto competitivo. Questa è anche la speranza dei tre sindaci che, insieme alla lettera, hanno inviato ai concittadini un questionario per conoscere la loro eventuale adesione al progetto.

 

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