29/11/2016
Servizi a Rete

Lotta contro il tempo dei comuni bresciani per evitare sanzioni


L’approvazione da parte della Provincia del Piano d’Ambito che prevede un budget di 1,43 miliardi di euro per gli investimenti nel sistema idrico, dei quali 817 milioni destinati alla depurazione e 610 agli acquedotti, è una vera manna per i 63 Comuni messi sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione europea per il mancato adeguamento dei sistemi di depurazione o perché del tutto privi di tali impianti. Un problema che riguarda un Comune su tre della provincia e un bacino di 280.000 abitanti. Ma anche una corsa contro il tempo per evitare – presentando entro la fine del 2017 progetti di risanamento con copertura finanziaria – almeno quattro quinti del parco multe che potrebbe scattare nel prossimo triennio: 250 milioni sui complessivi 368.
Del resto si tratta di una situazione comune a gran parte dell’Italia: sono infatti circa 1000 nel complesso i Comuni della Penisola che non rientrano nei parametri, ma Brescia detiene il record negativo di inadempienze e bocciature. Le criticità maggiori riguardano la Valtrompia, dove però il progetto di depurazione di Concesio è finalmente in rampa di lancio. In apnea la Valcamonica e il Garda dove – non senza qualche perplessità logistica legata alla scelta di localizzare il depuratore comprensoriale del Benaco a Visano -, sta faticosamente muovendo i primi passi il mega collettore destinato a servire i paesi rivieraschi bresciani e veronesi. Ma i commissari europei hanno puntato il dito anche su diversi agglomerati della Bassa, dove gli impianti di depurazione sono inesistenti, vecchi, inadeguati e malfunzionanti. Le motivazioni sono sempre le stesse: non è stato dimostrato che tutto il carico di reflui riceve un adeguato trattamento. Tra i 63 paesi bresciani della lista nera, 17 possono fare affidamento su progetti già definiti dai gestori.

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