03/06/2019
Servizi a Rete

L’Italia “leader” in Europa per spreco di acqua

L’Italia, purtroppo, è ai vertici in Europa per quanto riguarda lo spreco di acqua. A dirlo è il Rapporto SDGs 2019 dell’Istat che fa il punto sullo stato dell’arte in merito agli Obiettivi di Sostenibilità delle Nazioni Unite. Un quadro tutto sommato non negativo, se non fosse per l’obiettivo (Goal) 6 dell’Agenda al 2030, che chiede di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e, soprattutto del goal 6.4, che chiede un forte incremento dell’efficienza idrica in tutti i settori e assicurare prelievi e fornitura di acqua dolce per affrontare per ridurre il numero delle persone che soffrono di scarsità d’acqua.

Aspetto particolarmente negativo è il primato italiano del prelievo di acqua nell’ambito dei 28 partner dell’Unione Europea, pari a 156 metri cubi per abitante nel 2015, e degli sprechi. Su 9,5 miliardi di metri cubi d’acqua per uso potabile prelevati nello stesso anno, però, solo 8,3 sono stati immessi nelle reti di distribuzione e ancora meno, solo 4,9, sono stati erogati agli utenti, ovvero 220 litri per abitante al giorno. Questo significa che circa la metà, per l’esattezza il 47,9%, del volume di acqua prelevata alla fonte viene sprecata per via delle dispersioni idriche dalle reti, a loro volta causate dall’estensione delle infrastrutture, dal numero di allacci, ma soprattutto a rotture nelle condotte, loro obsolescenza, a consumi non autorizzati, a prelievi abusivi e a errori di misura dei contatori.

Nel 2018 alle reti idriche comunali erano allacciate alla rete il 95% delle famiglie italiane (il 93% al Nord) mentre il 5% si affida invece a fonti di approvvigionamento alternative come pozzi, sorgenti o altre fonti private. Nello stesso anno, inoltre, una famiglia italiana su dieci (2,7 milioni di famiglie) hanno segnalato irregolarità nel servizio di erogazione, con il 65% delle segnalazioni provenienti dalle regioni del Sud. La regione più disagiata è la Calabria, dove il 39,6% delle famiglie lamenta questo problema. Il 44% delle famiglie dichiarano che il problema si presenta durante tutto l’anno, per il 33,8% si verifica solo nel periodo estivo, mentre per il 22% l’irregolarità è un problema sporadico.

Nel 2012 l’efficienza della rete (calcolata come il rapporto fra acqua erogata agli utenti per usi autorizzati e acqua immessa in rete) era del 62,6%, nel 2015 del 58,6%. E anche su questo aspetto il divario tra Nord e meridione è evidente. Al nord solo il Friuli Venezia Giulia ha livelli di efficienza di rete inferiori alla media nazionale, mentre al Sud l’efficienza è molto bassa, in particolare in Basilicata (43,7% di efficienza), Sardegna (44,4%), Lazio (47,1%) e Sicilia (50,0%).  Viceversa, quote esigue di inefficienza si registrano al Nord-ovest e Nord-est (3,3% e 2,5%).

Altro dato non incoraggiante è che una famiglia su tre dichiara di non fidarsi a bere l’acqua del rubinetto, quota che in alcune aree del paese, come Sardegna e Sicilia arriva addirittura, rispettivamente, al 48 e al 50%. Un dato del resto non sorprendente considerando che l’Istat nel periodo 2010-2015 registra che in Italia solo il 41,7% dei fiumi e dei laghi classificati raggiungono l’obiettivo di qualità ecologica.

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