Si prospetta sempre più radioso il futuro dell’idrogeno in Europa. A dirlo un nuovo report dell’European Hydrogen Backbone (EHB), l’iniziativa per la realizzazione di una grande dorsale europea del gas amico dell’ambiente alla quale hanno aderito 23 operatori gas del Continente.
Secondo il nuovo report la domanda di idrogeno nell’Unione Europea e nel Regno Unito raggiungerà i 2.300 TWh entro il 2050, con ben 2.000 TWh nella sola UE. Un volume che corrisponde a circa il 45% della domanda di gas nella stessa area territoriale registrata nel 2019, e circa il 25% della futura domanda di energia.
Un ruolo centrale nella decarbonizzazione
A spiegare tale ottimismo il ruolo cruciale che l’idrogeno può giocare nella decarbonizzazione dell’industria, in particolare in settori quali il:
- chimico (ammoniaca e prodotti chimici ad alto valore)
- siderurgico
- produzione di carburanti
Ma l’idrogeno sarà importante anche per la produzione di energia elettrica, come carburante utilizzato nel trasporto pesante e in alcuni Paesi anche nel riscaldamento di edifici.
L’Europa può raggiungere l’autosufficienza produttiva
Secondo lo stesso studio, poi, tale imponente domanda potrebbe essere soddisfatta dall’idrogeno verde prodotto attraverso l’utilizzo delle rinnovabili. Una soluzione che renderebbe l’Europa del tutto autosufficiente. Per sviluppare una tale capacità produttiva sarà però necessario un sostegno pubblico, collegato a una crescita accelerata di capacità rinnovabile, oltre che finanziamenti e la definizione di regole per la creazione del mercato e standard di qualità per l’idrogeno stesso.
Insieme all’idrogeno verde, si potranno produrre anche grandi quantità di idrogeno blu, relativamente meno costoso, per accelerare la riduzione delle emissioni e facilitare il processo di transizione energetica. A completare il quadro, infine la possibilità di importare idrogeno attraverso metanodotti, in modo da soddisfare la domanda nazionale di idrogeno verde.
Il ruolo strategico dei metanodotti
E proprio i metanodotti rappresentano l’infrastruttura più strategica per dare concretezza a un tale futuro green. Riutilizzare parte dell’infrastruttura del gas esistente è infatti essenziale per collegare le aree dove domanda e fornitura di idrogeno si intersecano. Inoltre, la rete di metanodotti rappresenta l’opzione più efficace ed economica su lunga distanza, con costi di trasporto pari a 0,11-0,21/kg ogni 1.000 km.
Costi molto più competitivi rispetto al trasporto via mare per le distanze tra Europa e Paesi limitrofi, spiega il report. Ma non solo, perché lo studio dimostra che per grandi volumi di energia trasportata, quando il prodotto finale è l’idrogeno, i metanodotti restano l’infrastruttura più competitiva anche rispetto agli elettrodotti. E ciò anche senza considerare i costi legati allo stoccaggio dell’elettricità.
Il commento di Daniel Muthmann, coordinatore dell’iniziativa EHB
«Il nostro nuovo studio dimostra che l’idrogeno sarà cruciale in vari settori energivori e l’infrastruttura farà da facilitatore per connettere la domanda con la fornitura in Europa e per consentire importazioni che saranno competitive dal punto di vista dei costi».
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