20/06/2013
Servizi a Rete

L’esperienza di Acea Distribuzione

Quanto è importante per Acea Distribuzione la tecnologia geospaziale?
Per Acea la tecnologia geospaziale è fondamentale. Gestiamo una rete cosiddetta invisibile, s’innesta infatti in un tessuto urbano, quello di Roma, che non ammette cavi aerei visibili, e, al tempo stesso, estremamente capillare per raggiungere gli utenti dislocati sul territorio. Tutti gli impianti di distribuzione di alta, media e bassa tensione si trovano nel sottosuolo, così come le reti di comando e di illuminazione pubblica. Anche le cabine di trasformazione sono a basso impatto ambientale e sono molto spesso collocate nel sottosuolo. Disporre di uno strumento per tracciare questa rete, invisibile agli occhi del cittadino ma anche del tecnico, è di fondamentale importanza.

Acea quando utilizzò per la prima volta il Gis?
Quando nel 2001, in ottemperanza al decreto Bersani, si fece la fusione tra Acea ed Enel, si presentò  la necessità di adeguare il database tecnico contenente tutti gli asset delle due aziende. L’obiettivo era di sviluppare un piano regolatore integrato ed ottimizzato che tenesse in conto delle due realtà.
All’inizio del 2002 s’incominciò a ragionare sul nuovo sviluppo e, dal  2003 al 2008, fu eseguita la digitalizzazione delle  cartografie cartacee provenienti dalle due società.

Perché servirsi di ArcGis in Acea?
L’ArcGis che utilizziamo è uno strumento per avere informazioni tecnologiche di livello più elevato nella gestione degli asset. Inoltre, soluzioni come questa permettono di creare dei satelliti intorno allo strumento principale e di sbloccare diverse funzionalità. Ad esempio, il Workforce Management è un applicativo che, basatosi sul Gis, permette all’operatore sul campo, in tempo reale, di avere le informazioni planimetriche degli impianti. Inoltre ha la capacità di far tornare al kernel centrale le informazioni delle modifiche che ha eseguito.
Altri esempi sono la gestione delle segnalazioni per reclami o disservizi da parte dei clienti: il Gis permette di localizzarle e di intervenire in maniera mirata risolvendo in tempo rapido il disservizio.

Quale piattaforma ArcGis utilizzate?
In realtà utilizziamo una costellazione di sistemi, incentrati su piattaforma ArcGis Enterprise. Abbiamo ArcGis Server, come kernel fondamentale, quindi collochiamo centralmente sui server aziendali tutte le informazioni. Ad ArcGis Server si agganciano i moduli di ArcMap nella versione editor, la funzionalità Desktop cui sono connessi alcuni utenti, a seconda di una gerarchia di licenze che abbiamo prestabilito.
Quindi ci sono gli utenti solo viewer, utenti modificatori, amministratori di sistema. Abbiamo applicativi di satellite, grazie alla presenza del WebGis, applicazione in stato solo Read Only, accessibile attraverso l’intranet aziendale a tutti i dipendenti di Acea Distribuzione. Inoltre ci serviamo di terminali WFM, dotati del Gis Mobile. L’ArcGis Online viene quindi utilizzato per comunicare limitatamente all’intranet aziendale.

Quali i vantaggi per la distribuzione e telecontrollo?
I vantaggi si possono riassumere sicuramente nella conoscenza dell’ubicazione di tutti gli elementi che costituiscono l’impianto. Questo è importante per una società di distribuzione soprattutto nell’ottica della manutenzione. In particolare diventa fondamentale la conoscenza dei percorsi, della tipologia e della quantità dei cavi in una determinata strada piuttosto che in una galleria di pubblici servizi o in uscita da una cabina primaria.

Avete aggiunto nuovi prodotti e/o sistemi?
Limitatamente al discorso ArcGis ci sarà una migrazione di versione, per rimanere al passo dei nuovi sviluppi tecnologici. Adesso stiamo utilizzando la versione 9.3.1 fornita da Esri e ci accingiamo a predisporre la migrazione verso la versione 10. L’operazione  avrà un certo impatto perché un database come quello che gestiamo  ha la sua complessità ed estensione.
Ci sono anche ulteriori tool, eventualmente forniti da altri sviluppatori informatici, che si poggiano sul Gis estrapolando informazioni utili, sia in termini di reportistica sia di indicatori di performance. Quindi attingendo in maniera automatica o semi-automatica alle informazioni Gis, abbiamo altri tool che ci permettono di ottimizzare gli assetti di rete, eseguire analisi tecniche ed estrarre una reportistica in termini di KPI sull’andamento e gestione degli impianti.

L’utilizzo del Gis è stato significativo per il superamento di alcuni limiti?
Il fatto di aver digitalizzato il contenuto informativo precedentemente esistente esclusivamente su una mappa cartacea, definita “silente o muta”, ha portato notevoli sviluppi successivi. Ha permesso la massima divulgazione delle informazioni cartografiche a tutto il personale dell’azienda. Per esempio, il WebGis, accessibile attraverso l’intranet, fa sì che ciascun operatore, che deve intervenire sugli impianti, abbia modo di documentarsi per tempo. Inoltre, l’aver digitalizzato queste informazioni abilita la costituzione di query spaziali, interrogazioni, analisi del dato e di tutti gli ulteriori approfondimenti che possono servire. È il caso del programma di ispezioni con cadenza periodica presso le cabine secondarie e di trasformazione, e nella media e bassa tensione. Questo ci permette in 3-4 anni di controllare tutte le oltre 13.000 cabine in servizio. L’operatore, che effettua questa ispezione, compila una scheda in cui riporta diversi dati tecnici sulle apparecchiature presenti in campo.Le schede vengono acquisite in Gis e sono consultabili dall’operatore. A distanza di 1-2 anni, l’addetto che interverrà su quella cabina avrà la possibilità di vedere il rapporto precedente del collega. Si può parlare quindi di un archivio multimediale a vari livelli, di natura tecnica ma che può assumere carattere descrittivo con l’aggiunta di fotografie e note cartacee.

Il Gis ha portato dei benefici di carattere economico?
Sicuramente, ma valutarli diventa molto difficile. L’evoluzione tecnologica e la spinta che ha avuto l’informatica in questi ultimi anni, in qualche modo ci ha imposto uno svecchiamento del  modello delle cartografie cartacee.
L’informatica ha portato vantaggi economici soprattutto nella gestione del dato e, rendendo fruibile un contenuto informativo molto più esteso, ha prodotto una riconversione del personale che si è dovuto specializzare nell’impiego delle nuove tecnologie. Senza trascurare le ottimizzazioni che consente nella gestione degli impianti.

Quali sono i benefici per l’utente?
È necessario fare una distinzione sulla categoria “utente”.
In primo luogo il termine può essere ricondotto ad altre società che forniscono pubblici servizi, per esempio aziende di telefonia e gas. In questo caso, avere uno strumento informatico fruibile, che possa evidenziare in tempi rapidi possibili interferenze, è sicuramente un valore aggiunto. Ad esempio si possono prevenire i danni arrecati da terzi nel caso di lavori su aree interferenti.
Per l’utente vero e proprio del servizio, i benefici sono altrettanto notevoli. È il caso del cittadino che reclama per un disservizio. L’operatore del call center, che riceve il reclamo, se riesce a localizzare il guasto, rende l’intervento della squadra operativa più mirato e tempestivo.

di Flavio Francesco Cavaliere

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