«Da anni i dati sulla depurazione in Calabria disegnano una situazione impietosa». A dirlo è Legambiente Calabria che in una nota sottolinea di aver segnalato la gravità della situazione da tempo, anche attraverso la pubblicazione, negli ultimi due anni, dei dossier ‘La depurazione in Calabria: un contributo per affrontare il problema dello smaltimento dei fanghi’.
A confermare che le cose non vadano bene, sottolinea la nota, vi sono i dati di Goletta Verde e quelli diffusi di recente da Arpacal, l’Agenzia regionale dell’ambiente, che evidenziano nella sola provincia di Catanzaro il malfunzionamento di ben 17 impianti di depurazione su 22. Dati allarmanti che rischiano, purtroppo, di essere solamente la punta dell’iceberg a pochi mesi dall’inizio della stagione estiva.
Altro elemento evidenziato da Legambiente è la progressiva diminuzione del numero di controlli effettuati proprio da Arpacal. «In provincia di Catanzaro, infatti, sono passati da 39 nel 2012 a 22 nel biennio 2015-2016, con un sostanziale dimezzamento degli impianti controllati, sebbene gli impianti di depurazione della provincia di Catanzaro siano 98 e quindi i controlli annui sono stati effettuati soltanto su circa l’11% del totale». Legambiente Calabria, nel suo dossier, continua la nota «ha riscontrato forti anomalie evidenziando che in provincia di Catanzaro solo pochissimi impianti hanno quantità di fanghi smaltiti compatibili con le quantità di acqua trattata, secondo il rapporto di Ispra». L’associazione non lesina le sue critiche anche a Regione Calabria. Questa ha autorizzato il finanziamento per la realizzazione di un programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione dei Comuni costieri fissando, attraverso la stipula di convenzioni nel giugno 2015 e con il termine di 3 mesi, la realizzazione di tutte le attività urgenti previste. Tuttavia, sostiene l’associazione, «il termine di conclusione di tali lavori, nonostante la loro urgenza ed indifferibilità, è stato poi prorogato dalla Regione Calabria per ben 5 volte (l’ultimo termine di scadenza è ora fissato al 31 marzo 2017). Non è dato sapere quanto tempo ancora dovranno ancora aspettare i cittadini calabresi per la risoluzione delle problematiche depurative che coinvolgono centinaia di Comuni oggetto anche di due procedure d’infrazione comunitaria».