Aumento del traffico, sbalzi di temperatura, bruschi aumenti di pressione e tubature in ghisa datate. Sono diverse le cause principali dei guasti che, nelle scorse settimane, hanno afflitto la rete idrica di Genova, trasformando le strade della città in fiumi e piscine e, in alcuni casi, lasciando migliaia di persone senz’acqua. A illustrarle, insieme ai provvedimenti per prevenire altri disagi, è stato Giovanni Gnocchi, responsabile del Servizio Idrico Integrato del gruppo Iren, che nelle ultime settimane ha lavorato a stretto contatto con i tecnici per presentare un’analisi dettagliata di quanto successo, dopo i due “scoppi”, in piazza Acquaverde e in salita degli Angeli. I risultati dello studio parlano rivelano che dei 1.203 km totali di tubi che scorrono sotto la città, 400 sono in ghisa grigia e risultano molto datati e dunque maggiormente a rischio rottura, per cause che vanno dall’aumento della pressione (come successo a Borzoli, dove sono saltati ben 4 tubi in concomitanza con i lavori temporanei sul rio Fegino, o in salita degli Angeli dopo la chiusura del tubo in piazza Acquaverde), agli sbalzi di temperatura (molti guasti sono stati segnalati in caso di temperature molto alte o molto basse), all’incremento delle vibrazioni dovute al passaggio di mezzi pesanti, come è successo in via Semini, a San Quirico. Alle emergenze, Iren ha risposto mettendo in campo squadre composte da un minimo di 9 a un massimo di 12 tecnici, che hanno concluso l’intervento con un tempo medio di 38 minuti, ripristinando l’acqua in una media di 17 ore. Secondo l’azienda, la rete idrica genovese è comunque in sicurezza, come mostrano le percentuali di guasti, pari al 16% contro il 31,9% della media nazionale, e le perdite sono in costante diminuzione. L’azienda, inoltre, ha investito molto sull’infrastruttura, oltre 33 milioni dal 2010 al 2015, suddivisi in interventi di natura ordinaria (circa 15 milioni di euro) e straordinaria (18 milioni), e sostituendo 4 km di tubi, intervenendo in maniera capillare soprattutto nel centro storico.
Terminata l’emergenza, Iren ha anche annunciato di sostituire, entro il 2017, altri 10 km di tubature in ghisa, di controllare capillarmente la rete, anche dall’alto attraverso un satellite, per individuare eventuali perdite d’acqua, e coinvolgere l’Università di Genova e la facoltà di Ingegneria civile per effettuare analisi di laboratorio in grado di fornire un’idea più precisa sullo stato dei tubi e mettersi in condizioni di prevenire guasti.