Controlli in Versilia per 230 Km di acquedotto in eternit
Cemento-amianto (o eternit che dir si voglia) dovranno essere passati ai raggi x da Asl e società idrica Gaia. A dirlo è l’Autorità idrica toscana, che ha avviato un piano per il monitoraggio delle vecchie reti idriche costruite con l’eternit a partire dagli anni Sessanta. Un monitoraggio che dovrà verificare le condizioni di queste vecchie tubature, e la presenza più o meno consistente di fibre di eternit nell’acqua. Sulla cui pericolosità per la salute umana ci sono certezze per quanto riguarda l’eventuale inalazione, ma non l’ingestione.
L’Autorità ha anche fornito una mappa di quanta parte della rete idrica sia costruita in cemento-amianto. Così si scopre che il 15% degli acquedotti della Versilia (230 chilometri su quasi 1.500 totali) è ancora fatta di questo materiale: la situazione più problematica, da questo punto di vista, è nei Comuni di Camaiore e Forte dei Marmi, dove più del 30% delle tubature sono in eternit. Ma anche a Pietrasanta – già piuttosto provata dalla vicenda tallio – si sfiora il 20% della rete complessiva. Si è ritenuto potenzialmente pericolosa la situazione in essere considerando la possibilità di “sfarinamento” – ipotesi tutt’altro che remota se la conduttura trasporta dell’acqua – situazione che ha inquietato soprattutto i cittadini.Proprio questa preoccupazione ha indotto l’Autorità idrica regionale ad avviare un piano di verifica per la tutela della salute degli utenti. Nonostante sull’argomento sia in corso un dibattito scientifico, che coinvolge anche l’Istituto superiore di sanità.
Dove sono già stati fatti i controlli.
La società idrica ha già eseguito delle analisi in 25 punti della rete. E cioè i seguenti: via Carrara a Forte dei Marmi; via Trieste, via Giuliotti, via del Secco, Bussola di Focette, via Tonfano, viale Apua (2), via Piave, via XX Settembre (2) e via Mazzini a Pietrasanta; via del Fosso guidario e via delle Bocchette a Viareggio; Ponte Miglianese, via Provinciale, zona stadio, via Antenna 13, viale Oberdan, via XXV aprile di Marignana, zona Badia-cimitero, fontana di Nocchi, Olci di Casoli, Olci di Montebello e distributore Q8 a Camaiore.
Le assicurazioni di Gaia. Tutte queste analisi si sono concluse con esito “non rilevabile”. Che – afferma Gaia – indica «una presenza di fibre molto bassa, e comunque non tale da ipotizzare rischi per la salute. A questo proposito, facendo riferimento ai limiti imposti dall’Epa visto che la normativa italiana non impone valori limite, le acque di Gaia sono abbondantemente nei limiti, visto che le ultime analisi indicano livelli di poche centinaia di fibre per litro. Sul Piano degli investimenti 2014-2017 di Gaia, peraltro, non è presente un intervento di sostituzione delle tubazioni, in quanto non mai è stata riscontrata alcun tipo di pericolosità correlata».