28/02/2024
Servizi a Rete

LakEMaging: cercasi acqua potabile via terra e nel lago

La necessità di trovare nuove fonti di approvvigionamento d’acqua potabile nelle Torbiere del Sebino e a Zone dà origine a LakEMaging. Si tratta di uno studio, oggetto di un dottorato della durata di tre anni, cofinanziato da Acque Bresciane e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, coordinato del professor Gianluca Fiandaca. Allo scopo viene impiegato uno strumento utilizzato per la prima volta in Italia, il floaTEM, la versione acquatica del tTEM.

 

Dalla terra al lago

L’operazione è per tanti versi analoga a quella condotta lo scorso inverno, a bordo dell’elicottero rabdomante Skytem, che ha sorvolato il territorio con un enorme radar. Stavolta però i tecnici si sono serviti di una barca che può raggiungere anche zone protette, tra cui le Torbiere del Sebino, dove il rumore del velivolo avrebbe disturbato la fauna autoctona. A sud del lago d’Iseo, su un tratto di circa 16 km. è stato condotto anche un progetto volto all’esecuzione di una batimetria il più corretta possibile, in grado di definire il profilo dei fondali e lo spessore della tavola d’acqua.

 

I risultati della ricerca

Tutte le informazioni raccolte serviranno per trovare nuove fonti d’acqua, nonché per comprendere meglio la relazione e gli scambi fra livelli del lago e falde acquifere sotterranee e soprattutto a capire la disponibilità in termini di risorse idriche potabili. Nel frattempo, prosegue anche la ricerca via terra. Nel territorio di Zone, grazie all’impiego di un ricevitore e di un trasmettitore portatili che vengono indossati come uno zaino da due persone, o trasportate su slitta, è possibile acquisire dati durante una marcia a diverse altitudini, da un minimo di 30 metri sotto il livello del suolo a un massimo di 600 metri.

 

Si tratta di uno strumento che genera un campo elettromagnetico – afferma Gianfranco Sinatra, referente del progetto per Acque Brescianeche trasmette nel sottosuolo onde, che successivamente vengono restituite in superficie e registrate dal ricettore. Questo lavoro è stato fatto anche a Zone, un’area in sofferenza idrica, per verificare se ci sono corpi acquiferi che possono essere utili per uso civile”.

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