La sfida che la politica dovrà affrontare di qui al 2040 è quella di gestire la transizione nella maniera più ordinata possibile, coniugandola con le nuove opportunità di sviluppo e con la necessità di supportare i soggetti che hanno maggiori difficoltà ad affrontare tali cambiamenti. Sono questi gli obiettivi posti agli Stati membri dal piano UE di decarbonizzazione per il 2040, che prende in considerazione tre possibili scenari di riduzione: fino all’80%, tra l’85% e il 90% e tra il 90% e il 95%. Quest’ultimo scenario, all’interno del quale si colloca l’obiettivo di riduzione del 90% raccomandato dalla Commissione, è coerente con le indicazioni dell’European Scientific Advisory Board on Climate Change (ESABCC).
La situazione internazionale
Il cambiamento climatico è un rischio per tutti i settori economici, ma soprattutto per quello agricolo, che pagherebbe il prezzo più alto, dovuto al sommarsi degli effetti di gravi episodi di maltempo e dei danni provocati dai periodi di siccità.
Questo comparto genera più del 10% delle emissioni europee e, pur subendo in maniera significativa gli impatti del cambiamento climatico, finora ha dato un contribuito molto limitato alla riduzione del carbon footprint. L’agenzia ambientale europea, infatti, stima che, mantenendo le politiche attuali, il contenimento delle emissioni provocate dall’agricoltura sarà del 4% nel 2030 rispetto al 2005. Il compito delle istituzioni è, quindi, quello di fornire gli strumenti per accompagnare la trasformazione di settori complessi come l’agricoltura o l’industria manifatturiera.
La specificità italiana
Il piano di decarbonizzazione per l’Italia è il PNIEC. Alcuni esperti, tuttavia, evidenziano come questo, nella sua forma attuale, soffra di una mancanza di chiarezza sia per ciò che riguarda il percorso di eliminazione dei combustibili fossili che nelle misure di accompagnamento per il raggiungimento degli obiettivi al 2030, il cui principale elemento abilitante è la penetrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico. Nel breve periodo il piano promuove tecnologie non allineate agli obiettivi, mentre manca una visione coerente di transizione nel medio/lungo periodo.
Entro giugno 2024 il PNIEC dovrà essere aggiornato, e questa sarà un’occasione per allinearlo con gli obiettivi 2030, indicando azioni concrete per la decarbonizzazione del sistema economico italiano, accompagnando le politiche con una coerente strategia di attuazione, anche in termini di sostenibilità economica e sociale.
“Le tempistiche della decarbonizzazione sono dettate da una parte dai crescenti danni climatici – ha affermato Davide Panzeri, Responsabile del Programma Europa di ECCO, il think tank italiano dedicato alla transizione energetica – e dall’altra dalla corsa internazionale verso i nuovi mercati di tecnologie verdi. In questo contesto, fissare l’obiettivo di decarbonizzazione al 2040 non è un esercizio artificiale di spinta verso obiettivi irraggiungibili, ma un’occasione per fare chiarezza sul percorso verso la neutralità climatica al 2050”.