09/12/2020
Servizi a Rete

La riapertura dei Navigli chiave del futuro

Condiviamo l’articolo redatto da Empio Malara, Presidente Associazione Amici dei Navigli,
pubblicato in data 4 dicembre 2020 su IL GIORNO

 

Pochi giorni fa, a “Italians Festival”, il Sindaco Beppe Sala è tornato sulla riapertura dei Navigli: “Il problema è che per farlo servono 500 milioni”. I soldi sono stati con rapidità richiesti dal Comune di Milano, per mezzo dei Recovery fund, all’Unione Europea, si suppone che entro giugno 2021 l’Unione Europea si pronuncerà sui progetti. Non si sa però se accetterà la richiesta del Comune, né quando potranno iniziare i lavori.

Nell’attesa di ricevere i denari, per rafforzare la richiesta ed evitare ritardi nelle opere, il sindaco potrebbe mantenere la sua promessa elettorale di riapertura dei Navigli iniziando a riaprire un tratto significativo dei Navigli.

Potrebbe riconnettere la monumentale Conca di Viarenna alla Darsena, un’opera che costa poco più di 10 milioni di euro e, come ha dimostrato il professore Borgonovi dell’Università Bocconi, la riconnessione porta benefici economici tali da ripagare l’investimento in 1012 anni e avrebbe il merito di unire la Darsena al centro storico con un sottopasso del viale dei Bastioni per estendere la navigazione turistica e offrire ai milanesi nuovi percorsi pedonali e ciclabili.

Secondo alcuni cittadini “ultrapopolari” e di “sinistra”, 10 milioni sarebbero meglio spesi per sistemare edifici in periferia. Osteggiare l’investimento in opere pubbliche – fino a prova contraria la riapertura dei Navigli è tale – contrapponendo un bisogno reale di intervento nelle periferie che dovrebbe essere soddisfatto comunque, mi sembra inconcludente. Non credo, non posso credere che il sindaco sia caduto nel tranello di chi, contrario all’apertura dei Navigli, si fregia di essere “popolare” per portare acqua al suo mulino.

Osteggiare gli investimenti in opere d’arte – fino a prova contraria le opere idrauliche sono, come ponti o quadri, opere d’arte; o frenare gli investimenti in infrastrutture – i Navigli sono canali di navigazione, oltre che di irrigazione – perché in periferia c’è da recuperare, mi sembra assurdo. Se il bisogno delle periferie è alto, ciò non significa che Milano debba trascurare investimenti, specie se, nel caso dei Navigli, si tratta contemporaneamente di opere pubbliche, d’arte, e infrastrutture, in una parola, si tratta di rigenerare risorse per il futuro di Milano.

 

 

 

Source: IL GIORNO

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