20/06/2013

La manutenzione di serbatoi

Serbatoi e cisterne fanno parte del panorama industriale: basta osservare vicino ai capannoni di aziende di produzione le tipiche sagome, nelle più diverse dimensioni. Sono strumenti di lavoro, e come tutte le attrezzature e gli impianti vanno incontro ad usura e deterioramento dati dal tempo, dalle intemperie, dal materiale contenuto.
Per questo, è necessario che venga eseguita un’attività costante di manutenzione, come richiesto dalle norme e dalla prassi: evitare la manutenzione può significare un risparmio nel breve periodo, ma potrebbe trasformarsi in un importante aggravio dei costi in caso di inquinamento ambientale.
Oggi la manutenzione di serbatoi non trova un quadro di riferimento univoco in Italia, e questo può a volte portare a danni per ambiente e persone. Non ultimo ai lavoratori addetti alla manutenzione, ancora troppo spesso vittime di un approccio errato al lavoro di manutenzione che in ogni caso – va ricordato – è un lavoro pericoloso, in ambienti confinati e a rischio di inquinamento.
Innanzitutto, una prima distinzione va fatta sulle diverse tipologie di serbatoi esistenti.
Se da una parte sussistono minori difficoltà negli interventi sui serbatoi più moderni, costruiti fuori terra con adeguate vasche di contenimento come indicato dalle normative vigenti in materia (come quella dell’ARPA Lombardia in vigore dal 2004), tutt’altro tipo di difficoltà si incontra nell’agire su serbatoi interrati, costruiti al di sotto del piano campagna e con unico accesso attraverso il passo d’uomo.
In questo caso parliamo di serbatoi con rischio per l’ambiente elevato, dal momento che potrebbero rompersi o bucarsi a causa di incuria, e la perdita non sarebbe immediatamente visibile proprio per via della loro collocazione. Anche per questo, ARPA Lombardia indica che si debba qualificare come interrato anche un serbatoio semplicemente appoggiato sul suolo o posto solo parzialmente sotto il piano di campagna senza possibilità di ispezione del fondo.
La manutenzione periodica dei serbatoi si suddivide in due attività principali: bonifica e prova di tenuta, richieste dalle normative ambientali.
A queste attività possono aggiungersi attività accessorie, come la rimozione del serbatoio, la cosiddetta “vetrificazione” o l’applicazione di una doppia camera.

Bonifica
Con bonifica di un serbatoio si intendono tutte le operazioni atte a ripristinare lo stato originale del serbatoio eliminando i residui di prodotto contenuti al suo interno. L’intervento di bonifica è da considerarsi necessario in caso di rimozione, messa in sicurezza o riutilizzo del serbatoio e rientra nelle attività di manutenzione ordinaria. Nel caso di serbatoi interrati con più di 30 anni di vita, da farsi ogni anno.
La bonifica, perchè sia svolta con i necessari standard di sicurezza e nel rispetto del DPR 177/11 relativo agli spazi confinati o a rischio inquinamento, deve essere effettuata da personale specializzato dotato di idonei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale).
La prassi da seguire prevede diverse fasi:

  • delimitazione della zona di pericolo e posizionamento di idonea segnaletica
  • bonifica del pozzetto del passo d’uomo in caso di serbatoi interrati
  • apertura passo d’uomo e scollegamento condotte con attrezzatura antideflagrante
  • controllo atmosfera interna con esplosimetro
  • eventuale degasificazione  del serbatoio
  • aspirazione del contenuto rimanente operando con autospurgo ADR
  • predisposizione di un sistema di recupero operatore in caso di emergenza (nel caso di serbatoi interrati e ingresso in ambiente confinato)
  • bonifica interna del serbatoio con lavaggio ad alta pressione e idonei prodotti sgrassanti; aspirazione dei reflui di risulta prodotti dall’operazione di bonifica; tale operazione permette il ricambio dell’atmosfera interna al serbatoio
  • prova finale GAS-FREE (effettuata nel pieno rispetto delle disposizioni date dalla Nota DCPREV prot. n. 12026 del 5 agosto 2010) con successivo rilascio di “certificato di avvenuta bonifica e prova gas-free”
  • trasporto dei rifiuti generati dall’attività di bonifica presso idoneo impianto di trattamento autorizzato. Il trasporto viene eseguito con mezzi iscritti all’Albo Nazionale delle Imprese che effettuano la Gestione Trasporti Rifiuti (Categoria 5: Trasporto Rifiuti Pericolosi) e corredati di idoneo Formulario di identificazione Rifiuti; pulizia dell’area e chiusura cantiere.
  • In base alla destinazione d’uso che si intende adottare, il proprietario del serbatoio è tenuto a procedere non solo allo svuotamento e alla bonifica interna dello stesso, ma anche alla messa in sicurezza, alla rimozione e alla produzione della documentazione attestante l’intervento.

Prova di tenuta
A seguito della bonifica del serbatoio, va effettuata la prova di tenuta: i serbatoi interrati esistenti, non realizzati secondo le prescrizioni previste per i nuovi impianti (a doppia parete) devono essere sottoposti a prove di tenuta periodiche finalizzate a escludere particolari condizioni di rischio e necessarie qualora si sospetti la presenza di fenomeni di contaminazione, in atto o pregressi. La periodicità solitamente è stabilita dal Regolamento locale di igiene del Comune dove è installato il serbatoio. In linea di massima, la frequenza delle prove di tenuta può essere determinata in base all’età del serbatoio e all’effettuazione di interventi di risanamento:

  • annualmente se l’età del serbatoio è sconosciuta o superiore ai trent’anni
  • biennale se il serbatoio non è stato risanato e se ha un’età compresa tra i 15 e i 30 anni
  • triennale a partire dal 5° anno del risanamento del serbatoio.
  • Va ricordato che nella conduzione di un serbatoio interrato il proprietario o il gestore del serbatoio devono rispettare precisi adempimenti: tenere un registro su cui vengono annotati gli esiti dei controlli; effettuare controlli periodici secondo le modalità sopraindicate; presentare, su richiesta dell’Autorità di controllo, un documento su cui sono riportate le caratteristiche costruttive e d’uso del serbatoio.

Dismissione
Con il termine dismissione si intende quell’insieme di operazioni  finalizzate a escludere un serbatoio dal ciclo produttivo. È possibile distinguere fra tre tipologie di dismissione:

  • dismissione con rimozione. Qualora sia necessario  rimuovere una cisterna interrata si procede, in funzione del materiale che è stato detenuto, a lavaggio a pressione, ventilazione dell’atmosfera libera, prova “gas-free”, scavo ed estrazione con idonee attrezzature di movimentazione e carico su automezzo autorizzato al trasporto rifiuti per il conferimento ad impianto di smaltimento o recupero.
  • dismissione con messa in sicurezza permanente. Tale dismissione va effettuata nei casi in cui sia dimostrata l’impraticabilità alla rimozione, ossia non sussistono le condizione tecnico-economiche e di sicurezza che permettono di procedere all’estrazione del serbatoio a fronte di un motivato convincimento di assenza di contaminazione del sottosuolo. In questo caso è consigliata una prova di tenuta per verificare l’integrità dello stesso. Seguirà  l’operazione di inertizzazione che prevede il riempimento con “magrone” o in alternativa con  altro materiale lapideo ugualmente idoneo. È vietato il riempimento di serbatoi con acqua.
  • dismissione con messa in sicurezza temporanea. Va effettuata quando c’è la volontà di riutilizzare il serbatoio. La differenza rispetto alla dismissione permanente sta nel fatto che quest’ultima viene accertata con verifiche l’impossibilità di rimuovere il serbatoio.

Vetrificazione
Qualora si decida di allungare il tempo di vita di un serbatoio è necessario effettuare la vetrificazione. La vetrificazione è quell’operazione che consiste nel rivestire la parete interna del serbatoio con resine o composti chimici appositamente studiati per resistere ai liquidi che dovessero essere contenuti nei serbatoi. È una tecnica utile sia per prevenire la corrosione e proteggere da eventuali inquinamenti, sia per risanare serbatoi forati.
Gli interventi volti a realizzare la doppia camera, invece, prevedono l’applicazione di un primo strato di agenti chimici cui viene poi aggiunto un ulteriore strato di lamina metallica che aderisce perfettamente alla base, portando il serbatoio ai massimi livelli di sicurezza, realizzando, appunto, un doppio strato (la doppia camera). È una tecnica altamente specializzata e garantisce il cliente con i massimi standard di sicurezza.
Un altro elemento da tenere in importante considerazione è il materiale contenuto all’interno dei serbatoi, che può essere dei più diversi (resine, acidi, materie prime, idrocarburi, solventi): su questo punto è fondamentale una corretta informazione da parte del committente, per evitare il possibile rischio di inquinamento dell’aria, e il conseguente pericolo per gli operatori.
Il materiale conservato, inoltre, ha una grande importanza nell’analisi delle necessità di intervento. Non sono infatti rari i casi di materiali fortemente corrosivi o fortemente salini che, o per azione diretta o per effetto pila, permettono l’insorgenza di azioni corrosive nei punti saldatura, assottigliando il materiale di riporto di saldatura sino al punto di perforarlo.
Il Gruppo Marazzato, realtà attiva da oltre 60 anni nel settore delle soluzioni ambientali, della gestione dei rifiuti e dei servizi ecologici, effettua interventi su serbatoi da oltre 30 anni. Effettua, con risorse proprie, qualsiasi tipo di bonifica e realizza interventi in  aree contaminate in seguito ad eventi accidentali,  in impianti industriali in esercizio o da dismettere, in siti industriali dismessi e/o contaminati da attività pregresse o in aree contaminate dallo stoccaggio di rifiuti. Tutto questo offrendo supporto al cliente anche nella gestione delle relazioni con gli Enti locali, come la consulenza in fase di denuncia di installazione o dismissione serbatoi, tenuta registri e libri di manutenzione, nonché scadenziario degli adempimenti.

di Ivano Bosi
ivano.bosi@gruppomarazzato.com
Ha ricoperto diversi ruoli come responsabile e consulente ambientale in imprese nazionali e internazionali. È stato referente aziendale per il Ministero dell’Ambiente e direttore responsabile della divisione ricerche per società prestigiose. Dal 2012 è Responsabile Qualità, Ambiente e Sicurezza del Gruppo Marazzato.

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