Preservare le risorse idriche, controllare i volumi che transitano nelle reti, ricercare le perdite, risparmiare e diminuire i volumi di acqua non fatturata rappresentano le priorità quotidiane dei gestori. La distrettualizzazione delle reti di acqua potabile, suddividendo il sistema idrico in piccole aree, migliora l’efficienza e la gestione, permettendo di affrontare queste sfide. L’uso di unità di campo di telecontrollo consente di monitorare i consumi e i parametri operativi delle reti, migliorando la reattività a problemi e gestendo le pressioni per ridurre rischi di rotture. Il rilevamento di parametri come pH, cloro libero, temperatura, torbidità e presenza di contaminanti attraverso adeguati sensori, assicura che l’acqua soddisfi tutti gli standard di sicurezza.
Le misure ottenute permettono anche di eseguire analisi delle performance tramite digital twin , con la conseguente valutazione dell’efficienza della rete idrica attraverso indicatori chiave di prestazione (KPI), come l’efficienza dell‘acqua immessa e il tasso di perdite. Risulta strategico misurare i consumi degli utenti, con le portate in tempo reale, attraverso i contatori idrici digitali o misuratori di portata, monitorando la quantità di acqua distribuita in ciascun distretto. Misure da svolgere insieme al controllo continuo della pressione dell’acqua sui diversi punti della rete, utile per identificare perdite, malfunzionamenti o anomalie.
L’impulso digitale proveniente da un contatore o da un misuratore di portata idrica è un segnale elettrico che rappresenta una misura della quantità d’acqua che passa attraverso il dispositivo. Infatti, in questo tipo di segnale, ogni impulso corrisponde a un volume specifico di acqua. Alcuni aspetti chiave per descrivere questo tipo di impulso sono: la frequenza, proporzionale alla portata d’acqua, che permette di monitorare in tempo reale le variazioni del consumo idrico; la durata definita, che può variare in base al tipo di contatore, o dalla sua configurazione; la forma d’onda (ad esempio, rettangolare, sinusoidale), a seconda della tecnologia utilizzata (meccanica o elettronica) per generare il segnale. In sintesi, l’impulso digitale è un’importante rappresentazione della portata d’acqua che consente un monitoraggio efficace e preciso del consumo idrico in tempo reale.
Un sensore con segnale in 4-20 mA e un sensore con segnale Modbus sono due tecnologie utilizzate per la telemetria, ma presentano alcune differenze fondamentali. Ecco le principali differenze : 4-20 mA è un segnale analogico che trasmette una singola informazione (per esempio il livello di un serbatoio) variando la corrente elettrica tra 4 mA[minimo] e 20 mA[massimo]; Modbus è un protocollo di comunicazione digitale, solitamente utilizzato su interfacce RS-485 o Ethernet, dove i dati sono inviati in forma di bit (con una maggiore precisione), in pacchetti che possono contenere diverse informazioni oltre alla misura (es. stati, configurazioni, più misure correlate, ecc.). Il tipo 4-20 mA è più semplice da gestire, operando anche su lunghe distanze (fino a diverse centinaia di metri) senza un significativo degrado del segnale, ma può essere vulnerabile alle interferenze. La limitazione principale è il numero di dispositivi che possono essere collegati. Lo standard Modbus consente di collegare apparati diversi, come misuratori di portata insieme a sensori di pressione, su distanze diverse e con una maggiore resistenza alle interferenze. Permette una più facile diagnosi degli errori e la possibilità di monitorare lo stato dei dispositivi in tempo reale, attraverso messaggi di errore e status.
La scelta tra un sensore con segnale in 4-20 mA e sensori Modbus dipende dalle esigenze specifiche dell’applicazione, inclusi distanza di cablaggio, complessità del sistema e tipo di dati richiesti. È fondamentale valutare la versatilità, la complessità dell’installazione e la precisione necessaria per ottimizzare le performance del proprio impianto. LACROIX Environment offre soluzioni che coprono le esigenze descritte sull’intero ciclo dell’acqua, progettate per garantire una facile configurazione e integrazione assicurando elevati standard di efficienza, affidabilità e sostenibilità.
Il nostro data logger autonomo DL4W OPEN SENSOR si presenta sotto forma di prodotto IP68 rinforzato, con un’autonomia di funzionamento di svariati anni con un efficiente modem 4G M2M. I data logger della serie OPEN SENSOR gestiscono segnali di misura digitali, ingressi analogici ed un canale Modbus RTU. Gli ingressi digitali (fino a 4) permettono di acquisire contatti puliti che forniscono stati di segnalazione (0 o 1), ma soprattutto impulsi (conteggio di m3 di acqua). Tramite gli ingressi analogici acquisiamo le misure da sensori di tipo 4-20 mA, che possono essere alimentati direttamente dal data logger (8 V o 12 V) fino ad un massimo di 2. Il canale Modbus permette l’acquisizione periodica di 14 registri divisi tra 8 dispositivi, con velocità di trasmissione da 1200 Bauds a 19200 Bauds. Permette la gestione dell’alimentazione remota dei dispositivi a 5V e 12V, fino a 0.8W nel modello per applicazioni di distrettualizzazione OPEN SENSOR Low Power, sempre grazie alla batteria al litio integrata. Integra un modem M2M, 4G NB-IoT e 4G LTE-M in ridondanza tra loro e con la tecnologia 2G, con commutazione automatica sul 4G quando quest’ultimo tornasse disponibile. La configurazione dei data logger DL4W avviene in modalità wireless Bluetooth integrato a bordo, ma anche in connessione remota rendendo possibile eseguire a distanza modifiche software. Progettati per essere robusti e autonomi, l’elevata qualità a livello elettronico e meccanico permette a LACROIX di coprire i suoi apparati con una garanzia di 3 anni.