L’Italia non riuscirà a raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea per il 2020 sulla banda larga, che prevedono la copertura dell’intera popolazione a 30 Mbps e del 50% a 100 Mbps. Però, se la strategia basata sul modello wholesale portata avanti da Open Fiber sarà attuata in modo corretto, il nostro Paese potrà centrare il target per il 2025 sulla banda ultralarga. In questo caso, gli obiettivi sono connettività di almeno 1 gigabit per scuole e principali fornitori di servizi pubblici, copertura 5G in tutte le aree urbane e su tutti i principali assi di trasporto terrestre, l’accesso per tutte le famiglie europee a Internet a una velocità di download pari ad almeno 100 Mbps fino a 1 giga.
È quanto afferma il report realizzato dalla Corte dei conti europea (Eca) sulla diffusione della banda larga nei 28 paesi dell’Unione. Studio che sottolinea come sia improbabile che nel nostro paese tutti i cittadini abbiano la disponibilità della banda larga a 30Mbps entro il 2020, ma al tempo stesso evidenzia «un aumento significativo della copertura sin dal 2011, attraverso una combinazione di investimenti pubblici e privati» e come «se ben attuato, il Piano italiano metterà il Paese in una buona posizione per raggiungere gli obiettivi» per il 2025 della Commissione per una banda ultraveloce dai 100Mbps sino a 1Gbps.
In particolare, i revisori Ue hanno evidenziato che in Italia «le autorità hanno deciso nel 2016 di utilizzare il modello di investimento diretto per gli appalti pubblici al fine di dispiegare la banda larga tramite una rete ad accesso libero (wholesale)», la cui «conseguenza è stata l’aumentato ricorso a soluzioni basate sulla fibra ottica e dell’accesso a infrastrutture e servizi a prezzi accessibili».
Le autorità italiane hanno infatti effettuato un esercizio di mappatura tra il 2016 e il 2017 e hanno impegnato 3 miliardi di euro per finanziare la banda larga in tutte le zone dove non era conveniente investire sotto il profilo commerciale. E hanno deciso nel 2016 di «utilizzare il modello degli investimenti diretti al fine di creare una rete ad accesso libero wholesale». Ruolo chiave per l’attuazione si è quindi dimostrato anche quello di Infratel, che assicura il coordinamento tra le varie fonti di finanziamento inclusi i fondi europei.