20/11/2017

La Commissione Europea propone modifiche alla direttiva gas


Grandi novità in arrivo nell’ambito delle reti di trasporto del gas. La Commissione europea ha proposto di modificare la direttiva gas del 2009 con l’obiettivo di uniformare tutti i gasdotti in ingresso nel territorio dell’Unione alle medesime regole del mercato interno dell’energia. Regole che prevedono che le infrastrutture siano gestite in modo efficiente, con trasparenza, che siano accessibili ad altri operatori e che rispettino il principio della separazione proprietaria tra generazione del gas e reti. Secondo i commissari, tale soluzione consentirà di diminuire i conflitti di interesse tra operatori di rete e fornitori del gas, garantendo anche la definizione di tariffe non discriminatorie. Altro vantaggio della riforma consiste nel contributo che offrirà al raggiungimento degli obiettivi del mercato europeo del gas, che comprendono l’aumento della concorrenza tra i fornitori di gas e una maggiore sicurezza energetica. Un passo significativo verso il completamento dell’unione dell’energia. Le nuove norme saranno valide sia per i gasdotti esistenti (provenienti dalla Norvegia, Algeria, Libia, Tunisia, Marocco e Russia) sia per quelli di nuova costruzione e potrebbero riguardare, per via della Brexit, anche le reti che connettono il Regno Unito ai paesi della Ue. La nuova normativa non si applicherebbe al Tap (Trans-Adriatic pipeline), già a uno stadio di sviluppo avanzato, che gode già di un’esenzione sulla base della direttiva gas. I paesi membri potranno comunque concedere delle deroghe ai gasdotti esistenti, ma a condizione che non ostacolino la concorrenza o la sicurezza degli approvvigionamenti. Così, sul Nord Stream 1, gasdotto che dalla Russia giunge in Germania, sarà il paese Ue dove è localizzato il primo punto di interconnessione a decidere sulla deroga. Discorso diverso, invece, per il Nord Stream 2, il raddoppio del Nord Stream 1, per il quale saranno applicate le nuove norme. E pare proprio quest’ultimo il nodo della questione. Da molti osservatori le modifiche normative proposte sono viste come una strategia della Commissione per assicurarsi una certa influenza sul progetto, sul quale da tempo è in atto un braccio di ferro con Mosca, e sulla cui realizzazione non tutti i paesi Ue sono d’accordo. A confermare che non si tratti solo di illazioni, lo stesso comunicato che annuncia la richiesta di modifiche, nel quale la Commissione dice a chiare lettere di «non vedere necessità di nuove infrastrutture della dimensione di Nord Stream 2», dal momento che «l’importazione di gas nell’Ue dovrebbe rimanere stabile fino al 2030, a causa della diminuzione della produzione e dei consumi interni». La Commissione conclude poi affermando che continuerà a sostenere le importazioni di gas russo attraverso l’Ucraina: un messaggio alla Russia che vuole realizzare l’infrastruttura proprio per bypassare il suo vicino.

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