«Il miglioramento dell’efficienza dell’infrastruttura idrica costituisce una priorità diffusa e improcrastinabile e molti gestori del servizio idrico si sono impegnati negli ultimi anni per cercare di minimizzare le perdite e individuare quelle occulte, garantire un elevato livello di qualità nella misurazione dei consumi, effettuare un più assiduo monitoraggio del parco contatori. Nonostante ciò, le dispersioni continuano a essere persistenti e gravose lungo tutto il territorio nazionale». È quanto si legge nel Censimento delle Acque per uso civile riferito all’anno 2015 redatto dall’Istat. Secondo i dati rilevati dai ricercatori dell’Istituto nazionale di statistica, nel 2015 il volume complessivo di acqua prelevata per uso potabile è pari a 9,5 miliardi di metri cubi, una quantità sostanzialmente equivalente a quella censita nel 2012 (+0,3%). Rispetto al 2012, però, è peggiorato il dato relativo alle dispersioni, pari a 3,4 miliardi di metri cubi, equivalenti al 41,4% del totale dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione, a fronte del 37,4% di tre anni prima. Anche considerando le perdite reali, ovvero al netto degli errori di misurazione e dei consumi non autorizzati, la situazione appare critica, dal momento che il livello di perdite si attesta comunque sul 38,3%. Un volume, e uno spreco di preziosa risorse, enorme: stimando un consumo medio di 80 metri cubi annui per abitante, soddisferebbe le esigenze idriche per un anno di circa 40 milioni persone, quasi due terzi della popolazione italiana. Le maggiori criticità, causate da perdite idriche di rete elevate, e in continuo peggioramento negli ultimi anni, si riscontrano nelle isole e in alcune regioni del Centro-Sud, in particolare in Basilicata, Sardegna, Lazio e Sicilia. Per quanto riguarda i consumi, 220 litri di acqua per abitante è la quantità erogata giornalmente dalle reti di distribuzione per usi autorizzati, 21 litri in meno rispetto al 2012. Il volume annuo complessivo di acqua, pari a 4,9 miliardi di metri cubi, è necessario per soddisfare le esigenze idropotabili del territorio. I volumi giornalieri pro capite immessi in rete variano molto a livello regionale, andando dai 286 litri giornalieri per abitante immessi in rete in Puglia ai 559 della Valle d’Aosta. Altro dato sul quale riflettere riguarda gli impianti di depurazione in esercizio delle acque reflue urbane. Il loro numero complessivo è di 17.000, concentrati però, oltre 10.000, per la maggior parte al Nord.