Si tratta di una cifra importante, che coincide grossomodo con i profitti realizzati dal gruppo tra il 2012 e il 2015. Lo sforzo più ingente è stato quello necessario per l’acquisizione di Trm, la società che gestisce il termovalorizzatore di Torino: per comprare il 100% delle azioni, Iren ha speso infatti 162 milioni di euro.
Più di 81 milioni è costato invece salire al 60% di Atena, l’azienda multiservizi di Vercelli. A questi si aggiungono i 50 milioni dell’acquisto di Amiat, la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Torino e altri 15 milioni per rilevare il 45% di Gaia, che si occupa di smaltimento e trattamento ad Asti e provincia. Sempre in ambito ambientale, 6 milioni sono stati spesi per la discarica dei rifiuti speciali di Collegno e altri 3,5 per il trattamento dei rifiuti a La Spezia e nel Golfo del Tigullio.
Ma il gruppo ha investito anche sull’acqua: in questo settore l’operazione più rilevante è quella condotta su Acque Potabili di Torino, con una spesa intorno ai 34 milioni: 7 per comprare il 31% delle azioni e 26,5 per acquisire le concessioni del servizio idrico in 30 comuni del Nordovest.
Cifra, che ha consentito acquisizioni strategiche, che non comprende gli investimenti legati a queste operazioni. Ad esempio, la conquista del pacchetto di controllo di Atena di Vercelli è collegata a un piano industriale che prevede 100 milioni di investimenti, mentre ad Asti Iren investirà 40 milioni per posare la rete del teleriscaldamento.
Sfumata invece la possibilità di aggiungere un altro tassello a Genova: il Consiglio comunale si espresso negativamente sulla vendita del pacchetto di controllo di Amiu, l’azienda rifiuti locale, a Iren Ambiente. Un’operazione fortemente voluta dal sindaco della città, Marco Doria, per salvare la municipalizzata e i suoi lavoratori, ma che è stata respinta dal Consiglio con 19 voti contrari contro 16 a favore.