Il Consorzio Alta Pianura Veneta è un ente di diritto pubblico che cura l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica e controllano la sicurezza idraulica (impianti idrovori, canali di bonifica, ecc…), la gestione delle acque destinate all’irrigazione (impianti e reti irrigue), la partecipazione ad opere urbanistiche e la tutela del patrimonio ambientale ed agricolo, su un comprensorio di competenza di circa 175000 ha distribuito su tre provincie: Verona, Vicenza e Padova, su 95 Comuni.
L’impianto pluvirriguo di Lavagno (VR) è una struttura a servizio di circa 950 ettari, in zona collinare, ricadenti nei Comuni di Lavagno, Mezzane di Sotto e Illasi, caratterizzati dalla presenza di colture e viticolture di pregio DOC (in particolare Soave, Valpolicella e Garda), DOP e IGP. L’impianto ha una portata di 300 l/s ed una rete che si sviluppa globalmente per circa 70 km, comprensivi sia dei rami principali che di quelli secondari.
Il progetto ha riguardato il risanamento delle condotte principali dell’impianto pluvirriguo di Lavagno nel tratto urbano.
L’infrastruttura, realizzata tra il 1950 e il 1955 con tubazioni in ferro, aveva subito un progressivo degrado a causa della presenza di correnti vaganti, che ne avevano compromesso l’integrità strutturale. Già nel 1983 erano stati eseguiti interventi di protezione catodica e sostituzione di alcuni tratti ammalorati da parte dell’allora Consorzio Zerpano Adige Guà, oggi Consorzio Alta Pianura Veneta.
Tuttavia, il tratto urbano di Vago di Lavagno interessato dall’intervento, ha una lunghezza di mt 650, è soggetto a pressioni di esercizio fino a 14 atm, risultava ancora costituito dalle condotte originarie e necessitava di un intervento urgente di messa in sicurezza.
L’intervento ha previsto il risanamento mediante relining interno dei collettori di acqua irrigua DN 400 mm e DN 300 mm, suddivisi in tre tratti, per una lunghezza complessiva di circa 1,8 km. Le condotte, fortemente ammalorate, operavano a una pressione di esercizio di 13-14 bar.
La scelta della tecnologia da adottare è stata effettuata sulla base di una serie di parametri tecnici fondamentali:
- la necessità di garantire un risanamento idraulico e strutturale della condotta esistente;
- la pressione di esercizio elevata;
- la presenza di curve lungo il tracciato, che escludeva l’impiego di sistemi con catalisi UV;
- le condizioni delle tubazioni esistenti;
- le limitazioni logistiche e spaziali del cantiere;
- La necessità di eseguire l’intervento di relining su un tratto continuo di 650 mt, per evitare l’esecuzione di scavi in ambito urbano ad alto traffico.
Alla luce di tali considerazioni, è stata adottata la tecnologia Primus Line, sistema di relining non aderente, basato su un tubolare sintetico flessibile rinforzato con fibra aramidica (Kevlar®). Il sistema ha consentito il risanamento delle condotte in pressione mediante l’inserimento, senza scavo, di una tubazione interna autoportante e indipendente dalla struttura esistente.
La riduzione del diametro interno è risultata minima e, dal punto di vista idraulico, è stata ampiamente compensata dalla scabrezza estremamente ridotta del nuovo tubo, assimilabile a quella di un materiale plastico liscio.
La tecnologia ha garantito una riabilitazione rapida, affidabile e duratura, con impatto minimo sul contesto urbano attraversato.
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