Intercambiabilità oggi…e domani?

La delibera 155/08 emanata dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha aperto le porte al tema della comunicazione a distanza tra dispositivi elettronici, proiettando il mondo della distribuzione gas verso un nuovo assetto del servizio di misura.
I due concetti chiave attorno ai quali ruota il dibattito odierno sulla diffusione dei nuovi misuratori sono l’interoperabilità, ossia la capacità di un gruppo di misura di scambiare dati con gli altri dispositivi del sistema di telelettura, ma soprattutto l’intercambiabilità, intesa come capacità di sostituire un gruppo di misura del gas senza ridurre le funzionalità originali e l’efficienza del sistema di telelettura nel suo insieme. Proprio quest’ultimo aspetto riveste particolare importanza in vista dell’emanazione, da parte del Comitato Italiano Gas (CIG), delle norme UNI CIG 11291-11, fondamentali per definire le condizioni di intercambiabilità dei gruppi di misura e dei componenti del sistema di telelettura.
Pur apprezzando e valutando molto positivamente il lavoro svolto dal CIG in tema di intercambiabilità e, più in generale, le iniziative promosse dal Regolatore in merito, è assolutamente necessario valutare con attenzione l’impatto che i piani di ammodernamento dei gruppi di misura potrebbero avere sull’intero sistema della distribuzione gas, a maggior ragione se implementati anticipatamente rispetto allo svolgimento delle c.d. gare d’ambito.
In via preliminare, occorre sottolineare che il concetto di intercambiabilità non riguarda solo i gruppi di misura destinati al c.d. mass-market (consumo domestico, esercizi commerciali o piccoli artigiani), ma anche un numero consistente di contatori installati sino ad oggi e di portata superiore ai 10 Sm3/h, per i quali i temi essenziali dell’intercambiabilità non sono stati ancora affrontati. Ad esempio, l’interfaccia standardizzata per consentire la programmazione dei contatori, il problema dei software di programmazione proprietari, dei protocolli di comunicazione diversi o della necessità di adeguamento dei protocolli di comunicazione del SAC (Sistema di Acquisizione Centralizzato) sulla base dell’implementazione fatta dal costruttore.
La mancata standardizzazione delle caratteristiche costruttive è il principale elemento ostativo della capacità di sostituzione dei dispositivi di misurazione per le aziende di distribuzione del gas. Basti pensare, ad esempio, al diverso posizionamento della sim dati a seconda del modello di gruppo di misura, oppure all’esistenza di modelli che inseriscono l’intero gruppo di misura all’interno di un unico contatore integrato, mentre altri sono costituiti da un contatore e un convertitore con funzionalità di trasmissione dati separati, o da contatore, convertitore e modulo di trasmissione dati separati.
In questo contesto di estrema incertezza, possiamo solo immaginare le complessità che dovrà affrontare il distributore che si aggiudicherà la gara d’ambito per razionalizzare sistemi di telelettura e telegestione concepiti con logiche tanto diverse. Infatti, a seguito della gara, in caso di subentro, gli aggiudicatari si troveranno a gestire situazioni impiantistiche ereditate dai precedenti gestori, ed è facile intuire che l’intercambiabilità dei gruppi di misura rappresenterà un problema di non poco conto. Proprio in tal senso, si auspica quindi un rapido completamento del quadro normativo affinché siano definite anche le specifiche dei test di conformità necessari al fine di certificare l’effettiva intercambiabiltà dei gruppi di misura.
Stante la situazione attuale, le sperimentazioni che le aziende stanno mettendo in atto sono basate su logiche prettamente aziendali e hanno il duplice scopo di comprendere da una parte, quale sia l’infrastruttura del sistema di telelettura e telegestione più coerente con le esigenze aziendali (anche economiche) e dall’altra di fornire al proprio personale la necessaria esperienza al fine di gestire un piano di ammodernamento così complesso e oneroso. Ne consegue che queste logiche, basate appunto su esigenze aziendali, potrebbero essere non coerenti con quelle di un altro distributore che dovesse aggiudicarsi la gara d’ambito e che si vedrebbe così costretto a scegliere tra due alternative: mantenere l’infrastruttura così come è stata realizzata, creando così potenziali inefficienze al proprio sistema, o adeguare l’infrastruttura alle proprie esigenze, dismettendo apparati non ancora ammortizzati dal punto di vista tariffario.
Tuttavia, l’intercambiabilità non è solo un problema tecnico ma anche regolatorio. La regolazione dovrà tenere conto di quelle che sono le caratteristiche tecniche e prestazionali degli apparati. A tale proposito occorre considerare che il 100% di riscontri positivi alle richieste inviate ai gruppi di misura è da considerarsi un obiettivo utopistico e si verificheranno situazioni per le quali, a fronte di richieste di servizio inviate in maniera tempestiva dal distributore, si avranno esiti negativi o mancati esiti riscontrabili solo dopo che saranno passati un certo numero di giorni dall’invio della richiesta.
Il quadro regolatorio oggi in vigore dovrà, quindi, essere adeguato per tenere conto delle caratteristiche dei nuovi gruppi di misura elettronici rivedendo l’assetto attuale con riferimento, per esempio, alla qualità commerciale, laddove si prevede che i tempi per l’esecuzione di un’attività soggetta a standard specifico di qualità del servizio decorrano dalla data di inserimento della richiesta; termini, che nel caso di un gruppo di misura elettronico intercambiabile, dovranno decorrere dalla data di mancato riscontro dell’esito o dalla data di esito negativo della richiesta di servizio inviata.

A cura di Giancarlo Arnese Feffin, Responsabile GdL Misura della Commissione Distribuzione ASSOGAS

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